«Basta un poco di zucchero e la pillola va giù», cantava Mary Poppins nell’omonimo classico disneyano. E di zucchero Luigi Di Maio, che col tempo ha affinato le sue “doti” politiche, ne ha messo, edulcorando la “pillola Draghi” ai compagni di partito con un discorso, preso alla larga, che grossomodo diceva così: “No a governo tecnico, la strada è politica, ma…”. E secondo le indiscrezioni che girano in queste ore Grillo sarebbe in arrivo nella Capitale, pronto a galvanizzare i suoi perché accettino di buon grado il premier incaricato, che avrebbe offerto garanzie al telefono anche per il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei pentastellati. Vito Crimi, che da subito si era esposto, scrivendo: “Non daremo la fiducia a Draghi”, dunque, è rimasto solo.
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Governo Draghi Di Maio e Grillo patto ‘segreto’: «Non si può dire no al Colle»
A dare la spinta finale al MoVimento 5 stelle il discorso di ieri del premier uscente Conte: «Ho sempre lavorato per il bene del Paese e perché si possa formare un nuovo governo. Da questo di vista auspico un governo politico che sia solido e che abbia la sufficiente coesione per fare scelte politiche». In una conferenza stampa, tenuta in strada davanti a Palazzo Chigi. L’Avvocato del Popolo ha parlato alla gente con i microfoni delle emittenti adagiati su un tavolino da fiera in alluminio e vetro, design anni Settanta. Una scelta non casuale, come pure non lo era l’inquadratura: sullo sfondo, risaltava piazza Montecitorio. Un chiaro riferimento alla Camera dei deputati. «I sabotatori sono altrove, non sono un ostacolo a Draghi», ha affermato Conte, che rivolgendosi ai 5 stelle ha affermato: «Ci sono e ci sarò». L’ex presidente del Consiglio si è detto aperto pure al dialogo con Pd e Leu: «Avanti su alleanza per sviluppo sostenibile».
M5s: «Siamo nati per offrire qualcosa all’Italia», altro che “Banchiere Dracula”
Un triangolo nel M5s che vede Conte, Di Maio e Grillo. Il cuore pulsante del MoVimento è altrove, non è Vito Crimi. E l’immobilismo di quest’ultimo, infatti, come scrive Alessandro Trocino su “Il Corriere della sera”, fa rimpiangere la guida di Luigi Di Maio. Ed è tutto dire. Ma in sostanza è così: Crimi è da tempo contestato visto che è “leader in scadenza” da una vita. Di Maio e Grillo sono per creare un ponte: «Non possiamo dire di no al Quirinale», ha detto Di Maio. E Grillo ha convenuto: «Sono convinto anche io». E pensare che anni fa (neppure tanti, ma pare sia passata una vita) uno come Draghi veniva visto dai grillini come «l’Anticristo». «Banchiere Dracula», gridavano gli esponenti del Movimento 5 stelle. Cosa che a quanto pare non sono pronti a ripetere oggi. Ma “per il bene del paese” Di Maio e i suoi sarebbero disposti a governare con Draghi: «Il M5S, dice a chi gli è vicino, deve lavorare per incidere, siamo nati per offrire qualcosa all’Italia». Un po’ come Onofrio del Grillo nel film di Monicelli, che rivolgendosi al pontefice interpretato da Paolo Stoppa, che gli chiedeva se era disposto a difenderlo fino all’estremo sacrificio, disse: “Sua Santità se è necessario”. E poi “Morto un papa se ne fa un altro…”. Via Conte (anche se non del tutto), arriva Draghi. Del resto “il mondo è fatto a scale”, occhio però ai gradini. Leggi anche l’articolo —> Mario Draghi, telefonata di due ore con Beppe Grillo: il M5s cambia passo