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Regola 2G in Germania e Austria, Draghi frena: le reali misure al vaglio del governo

17/11/2021 14:05 - Aggiornamento 17/11/2021 14:37

Il governo Draghi seguirà la regola delle «2G» adottata in Germania e Austria? Il presidente del Consiglio al momento frena e si muove con cautela. La scelta di ammettere negli alberghi e nei ristoranti solo vaccinati (geimptf) e guariti (genesen) non è nell’orizzonte dell’ex numero uno dell’Eurotower, che vuole evitare di stressare ulteriormente il Paese. Non solo: una strada del genere, aspramente criticata da Matteo Salvini e da Giorgia Meloni, esporrebbe l’esecutivo a pesanti critiche. Ci sono però due novità importanti: potrebbe arrivare già oggi il via libera all’obbligo di terza dose per i sanitari e la riduzione della durata del Green Pass. 

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Governo Draghi ultimissime, la regola 2G in Germania e Austria, il premier frena e pensa altre misure

L’Europa è nel pieno della quarta ondata, il Covid avanza rapidamente. «La situazione pandemica in Germania è drammatica», ha detto la cancelliera Angela Merkel, parlando alla conferenza delle città. «Dobbiamo constatare che la pandemia non è sparita. Ci sta colpendo con tutta la sua forza», ha aggiunto la Mutti. E il Paese potrebbe adottare a livello federale la cosiddetta regola delle «2G», che prevede l’accesso ai luoghi pubblici solo per chi è vaccinato (geimpft) o guarito (genesen) dal Covid. Al momento solo alcuni land hanno adottato queste restrizioni, ma presto l’iniziativa per contenere il contagio potrebbe essere sposata in tutto il paese. L’Austria, anche duramente colpita dal Coronavirus, ha attuato un lockdown solo per le persone che non si sono vaccinate contro il Covid. Una strada questa che convince anche alcuni governatori italiani.

La richiesta di applicare misure severe solo nei confronti dei no vax è arrivata da sei presidenti di Regione, 5 di centrodestra (Fedriga del Friuli-Venezia Giulia, Toti della Liguria, Curcio del Piemonte, Fontana della Lombardia e Occhiuto della Calabria) e uno di centrosinistra, il toscano Giani. Il più preoccupato senza dubbio Fedriga. La sua regione rischia la zona gialla da lunedì: «Eventuali nuove chiusure non devono essere pagate da chi si è vaccinato: nel caso di passaggio di colore le restrizioni si applichino ai non immunizzati», ha detto. Dichiarazioni che hanno scosso i partiti.

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Salvini: «Mi rifiuto di pensare a nuove chiusure, nuovi lockdown, nuove limitazioni»

«Non mi sarei aspettata che ora si parlasse di proroga stato emergenza, di nuove strette. Qualcosa, dunque, non ha funzionato», le parole della leader di Fratelli di Italia Giorgia Meloni. Dello stesso avviso il segretario del Carroccio Matteo Salvini: «Mi rifiuto di pensare a nuove chiusure, nuovi lockdown, nuove limitazioni». Contrario al modello austriaco anche il capo dei Cinque stelle Giuseppe Conte: «Le misure vanno dosate con equilibrio. Se introduci una misura sovradimensionata c’è una reazione del Paese». Ognuno, come avrete capito, ha cercato di accaparrarsi la bandierina, dopo le indiscrezioni circolate ieri. Un chiacchiericcio “superfluo”, se vogliamo, dal momento che il premier, come si è detto in apertura, non ha alcuna intenzione di imporre un provvedimento così duro. Il numero dei contagi contenuto da noi lo consente.

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Governo Draghi rincuora gli Italiani: «Nessuna stretta, l’ipotesi non è sul tavolo»

Almeno non per ora: «L’ipotesi non è sul tavolo», riferiscono fonti di governo. “Le restrizioni potrebbero scattare soltanto se si arriverà in fascia arancione o rossa, anche valutando il modello tedesco del green pass 2G: negli alberghi e nei ristoranti possono entrare solo vaccinati (geimpft) e guariti (genesen)”, avverte però «Il Corriere della Sera». Il presidente del Consiglio al momento pare escludere anche l’idea di rilasciare il Green Pass solo a guariti e vaccinati, un’altra ipotesi circolata negli ultimi giorni. Palazzo Chigi starebbe valutando sul serio anche la possibilità di reintrodurre l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Per contenere la quarta ondata Draghi starebbe pensando pure ad alcuni protocolli più rigidi per i mezzi pubblici e la riduzione della capienza per gli eventi. Leggi anche l’articolo —> Nomine Rai, dalla Maggioni al Tg1 a Sangiuliano al Tg2: domani il voto del Cda

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