Vai al contenuto

Green pass falso: cosa si rischia e come verificare la validità

27/07/2021 17:11

Con l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per alcune attività, a partire dal 6 agosto, si moltiplicano le persone non vaccinate alla ricerca di modalità illecite per ottenerlo. E si moltiplicano con loro anche i truffatori pronti a “soddisfare” la domanda del mercato. Ma quanto si rischia esibendo un certificato falsificato? E quanto è certo che funzioni?

Green pass falso

Dal 6 agosto, la certificazione dovrà essere esibita per sedersi nei tavoli di bar e ristoranti al chiuso, oltre che per spettacoli all’aperto, centri termali, piscine, palestre, fiere, congressi e concorsi, cinema e teatri. Ricordiamo che per ottenere il green pass sarà necessario avere ricevuto il vaccino (almeno una dose), avere un esito negativo a un test molecolare o antigenico eseguito meno di 48 ore prima, o essere guarito da meno di 6 mesi dal Covid.

Ottenerlo illecitamente: cosa si rischia

Sui canali Telegram è già possibile risalire a utenti che, in cambio di minimo 200 euro, forniscano ai “clienti” un green pass digitale o cartaceo. I falsi green pass presentano lo stemma dell’Unione europea contraffatto, il nominativo e il QR code.

Occhio però alle sanzioni. Chi acquista su Internet un green pass falso oppure dichiara informazioni non veritiere durante la procedura di rilascio della certificazione rischia la denuncia per Falso e può finire in tribunale. Per i trasgressori non c’è la semplice multa (prevista, invece, per chi non indossa la mascherina quando è obbligatoria) ma una vera e propria denuncia penale alla quale può seguire una causa in tribunale. E ciò in analogia a quanto stabilito dal governo riguardo alle false dichiarazioni rese nelle autocertificazioni rilasciate alle autorità di Pubblica sicurezza. Tra i reati che si possono commettere con green pass falso troviamo, a seconda delle ipotesi e del giudizio del pm:

  • falsità materiale commessa da un privato (articolo 482 del Codice penale)
  • falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (articoli 495 del Codice penale

Produrre un certificato falso costituisce una vera e propria truffa (punita dall’articolo 640 del Codice penale), denunciabile alla Polizia postale, per la quale si rischiano da 6 mesi a 3 anni in carcere e con la multa da 51 a 1.032 euro.

ARTICOLO | Emilia-Romagna, come ottenere il green pass in modo semplice e veloce

ARTICOLO | “Green Pass” obbligatorio, come fare per scaricarlo: cosa cambia dal 6 agosto

VerificaC19: l’App di Palazzo Chigi

Non si può ancora dire se il sistema elaborato sia sufficientemente accurato da ingannare le Forze di sicurezza. Palazzo Chigi, intanto, si è armato con l’applicazione “VerificaC19”, creata ad hoc per verificare la validità dei green pass. “Certificazione verde: come riconoscere facilmente quella autentica”, è il tweet della Presidenza del Consiglio che, in una breve infografica, spiega come funziona l’applicazione. “VerificaC19”, scaricabile su un dispositivo mobile, opera attraverso la scansione del Qr Code del Green Pass, è utilizzabile senza una connessione ad internet, è gratuita e non memorizza le informazioni personali sul dispositivo.

Come funziona “VerificaC19”

L’app legge il Qr Code, ne estrae le informazioni e procede con il controllo del sigillo elettronico qualificato, verificando inoltre che la Certificazione sia valida. L’app VerificaC19 a questo punto mostra il nome, il cognome e la data di nascita dell’intestatario del Green pass: basta un documento di identità per controllare la corrispondenza dei dati anagrafici presenti nel documento con quelli visualizzati dall’App. >> Tutte le news di UrbanPost