A meno che non avvenga qualche cambiamento dell’ultimo minuto, ormai è ufficiale: gli impianti sciistici verranno aperti. Ci saranno numerose regole, distanziamenti, limitazioni, scaglionamenti delle riaperture nelle diverse regioni, ma le pressioni provenienti dal mondo del turismo invernale sono troppo forti ed è tempo di riattivare la macchina. Sicuramente si dovrà puntare principalmente sui residenti e sui proprietari delle seconde case, a maggior ragione se, come probabile, verrà confermato il blocco degli spostamenti tra Regioni. Vediamo però come avverrà la riapertura.
>> Leggi anche: Covid, Sileri: “Spostamenti tra regioni? Solo quando varianti circoleranno meno”
Impianti sciistici aperti, quando si potrà tornare sulle piste
Il via libera ufficiale è previsto per lunedì 15 febbraio, ma non in tutte le Regioni gli impianti sciistici verranno aperti in quella data. Le prime a far ripartire i tornelli, lunedì, saranno Lombardia e Piemonte. Mercoledì 17 poi sarà il turno del Trentino, esclusa la Provincia autonoma di Bolzano che ha deciso di attendere la fine del carnevale. Il giorno successivo, il 18, la Valle D’Aosta riaccenderà gli impianti. Il Veneto, invece, prenderà una decisione oggi. Rimane incerta infine la data per l’Alto Adige, al momento in zona rossa fino almeno il 28 di febbraio.
Ovviamente, infatti, gli impianti sciistici verranno aperti esclusivamente nelle zone gialle. E ci saranno una serie di regole da rispettare: portata dimezzata, mascherina obbligatoria e skipass contingentati con un tetto massimo a quelli giornalieri. L’obiettivo è quelli di evitare, in ogni modo possibile, il crearsi di file e assembramenti, in particolare al mattino. Si dà il via così a una nuova era, quella dello sci a numero chiuso. Sarà indispensabile prenotarsi per accedere alla funivia. Chi si presenterà all’ultimo minuto di fronte alle casse, infatti, potrebbe essere costretto a rinunciare.
Impianti sciistici aperti, come si stanno organizzando le regioni
Sarà una riapertura tutt’altro che semplice. Sulle Dolomiti resterà chiuso il Sella Ronda, il più grande carosello sciistico italiano, diviso tra le province di Bolzano, Trento e Belluno. Per attivare il passo del Tonale, al confine tra la Lombardia e il Trentino, che presenta il parcheggio in provincia di Brescia e le funivie del territorio di Trento, servirà invece un accordo tra le due Regioni. Sicuramente, avranno la meglio i comprensori più piccoli, quelli che necessita di meno persone per essere riavviati e dove non bisogna attraversare i confini regionali e capire regole spesso contraddittorie.
Infatti sarà possibile oltrepassare i confini con gli sci ai piedi, così come sarà concesso prendere una funivia che parte da una regione e arriva in un altra. Non sarà permesso però sostare nel rifugio fuori Regione durante il percorso. Questo è quanto emerge dall’ordinanza firmata ieri dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. Qui, il tetto massimo delle presenze è fissato al 30% della portata oraria degli impianti sciistici che verranno aperti.
Un nuovo meccanismo
Per evitare file e assembramenti, a Madonna di Campiglio di sperimenterà lo “sci del futuro”: “Siamo di fronte a una svolta epocale. Nessuno si illude in un veloce ritorno alla normalità. Per questo abbiamo messo a punto sistemi di pagamento che ci accompagneranno anche quando l’emergenza Covid sarà finita, alla ricerca di maggior qualità rispetto alla quantità”, ha spiegato il direttore delle funivie Bruno Felicetti. Il progetto è quello di eliminare del tutto del casse, preferendo la prenotazione e i pagamenti online. Ci sarà un sistema in grado di consentire di prenotare la risalita attraverso un numero che si riceve sul proprio smartphone e che si presenta poi al fornello della seggiovia.
Il prezzo dello skipass resterà invariato, 55 euro, ma non tutti gli impianti sciistici saranno aperti. Questo, comunque, darà la garanzia di sciare su piste libere. A Campiglio il numero contingentato è stato abbassato al 15% della portata degli impianti per motivi di sicurezza. “Lavoreremo in perdita, ma almeno facciamo le prove generali di un nuovo modello”, ha aggiunto Felicetti.
“Dopo un’infinita serie di annunci e rinvii ancora una volta ci ritroviamo a organizzare l’apertura all’ultimo momento“, ha sottolineato Valeria Ghezzi, presidente nazionale dell’associazione degli esercenti impianti a fune. “Siamo fermi da un anno, sappiamo pronti a rimetterci per far ripartire il turismo invernale. Quello dei ristori ora sarà l’altro capitolo da affrontare”, ha dichiarato poi. >> Tutte le notizie di UrbanPost