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“La concessione del telefono”, «una storia di errori e orrori. Tutto per una banale lettera»

23/03/2020 18:32

Dopo lo straordinario successo di La mossa del cavallo e La stagione della caccia, che hanno superato entrambi il 30% di share, su Rai 1 questa sera, 23 marzo 2020, un nuovo film ispirato ad un romanzo storico di Andrea Camilleri, La concessione del telefono, per la regia di Roan Johnson. Terzo capitolo, se vogliamo, ambientato nella cittadina immaginaria di Vigàta, che vede nel cast Alessio Vassallo, Fabrizio Bentivoglio, Corrado Guzzanti, Thomas Trabacchi, Federica De Cola, Corrado Fortuna, Dajana Roncione e Ninni Bruschetta.

La concessione del telefono

“La concessione del telefono”, «una storia di errori e orrori. Tutto per una banale lettera»

«Camilleri si era convinto a dare il suo lasciapassare dopo 7/8 anni di pressioni da parte di Carlo Degli Esposti (produttore di Montalbano ndr). È stato uno degli adattamenti più complessi della mia vita perché si partiva da un romanzo che ha una struttura sperimentale, in cui a parlare sono per lo più documenti e lettere, non i dialoghi. Abbiamo così cercato di mantenere quella struttura, a nostro rischio e pericolo, provando a rendere visibili allo spettatore quelle lettere», ha raccontato a Vanity Fair il regista Roan Johnson. E proprio da una lettera di Pippo Genuardi prende avvio la fiction. Una lettera innocua in cui questi chiede semplicemente al prefetto napoletano Marascianno la concessione di una linea telefonica. Una richiesta che metterà il protagonista tra due fuochi: lo Stato, che crede di avere a che fare con un sovversivo, e la Mafia, rappresentata da Don Lollò.

La concessione del telefono

«È una grande commedia sulla stupidità umana che piacerebbe ai fratello Coen»

«È una grande commedia sulla stupidità umana che piacerebbe ai fratello Coen», ha spiegato sempre Roah Johnson, che ha proseguito: «Camilleri attraverso la commedia e la satira sociale prende in giro i piccoli uomini e le grandi istituzione come lo Stato burocratico e paranoico, e la mafia, incarnata in “un uomo di panza” come Don Lollò che lo scrittore non rende mai buono o cattivo fino in fondo». Alessio Vassallo, che veste i panni del protagonista, per la quarta volta in una trasposizione da Andrea Camilleri, ha concluso: «La concessione del telefono è una storia di errori e di orrori. Pippo si ritrova all’inferno per una banale lettera: dalla sua missiva scatta la cosiddetta “malalingua” siciliana che passa di bocca in bocca creando una verità alternativa». Un appuntamento da non perdere.

La concessione del telefono

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