Oggi Lino Banfi taglia il traguardo degli 85 anni. «L’ho già detto altre volte, sono arrivato quasi al novantesimo. Poi, se avrò fortuna, farò i supplementari e magari anche i rigori. Ho vissuto tanto, se dovesse finire adesso mi dispiacerebbe, perché non ho fatto in tempo a fare tante cose». Così l’attore, il “nonno di Italia”, in un’intervista al ‘Quotidiano Nazionale’ nel giorno del compleanno.
leggi anche l’articolo —> Lino Banfi in lacrime a “Oggi è un altro giorno”: «Mi sentivo in colpa per mia figlia Rosanna»
Lino Banfi compleanno 85 anni: dall’amore per la moglie Lucia alla faticosa gavetta
Al giornalista Giovanni Bogani Banfi ha fatto un bilancio della sua vita, dando un ritratto di se stesso: «Io non mi vedo più. Non mi guardo più, perché non mi piaccio più da trent’anni. Sono ingrassato, sono imbruttito. Ero un bel ragazzo, una volta». L’attore, all’anagrafe Pasquale Zagaria, ha poi svelato cosa lo rende tanto orgoglioso: «Il fatto che tre generazioni di Italiani mi abbiano voluto bene. E forse arriva anche la quarta se riesco a resistere. Le persone mi vedono come uno di loro, non come un attore. Come una persona vera, che dice l cose con semplicità». E non è stato facile agguantare il successo: «Mio padre era un contadino, un uomo buono e altruista, ma non certo portato a capire le ragioni di un ragazzo che vuol far l’attore. Va bene, vuoi fare l’attore, mi diceva. E dopo un attimo mi diceva: ‘Sì, ma come professione, che cosa vuoi fare?’. E io: l’attore, papà! Non riusciva a capire». Banfi viene da una famiglia modesta e ha fatto la gavetta, quella vera, vivendo momenti di estrema povertà: «Dormivo nelle stazioni ferroviarie, nei palazzi in costruzione», ha detto l’attore, che faceva fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. «Ero campione olimpionico di salto del pasto», ha sottolineato, ricordando gli anni dell’Avanspettacolo.
Orgoglioso di essere ambasciatore Unicef
Al “Quotidiano Nazionale” Lino Banfi ha ricordato anche la partecipazione al film “Due Marines e un generale” con Franco e Ciccio, che lo ha portato a dividere il set con Buster Keaton: «Non so come fecero a convincerlo. Non diceva niente per tutto il film, soltanto alla fine si voltava e diceva ‘Thank you’, grazie. Ecco, quella fu la prima volta in cui lavorai accanto ad una leggenda». Il momento più felice della sua vita? «Il matrimonio con mia moglie Lucia. Fummo costretti a celebrarlo di nascosto, perché avevamo fatto la famosa ‘fuitina’, eravamo scappati di casa. La amo oggi come la amavo allora». La moglie lo ha sempre supportato e lo fa tuttora: «Quando vede che mi chiamano i giornalisti dice: ‘Vedi, Lino, stai facendo ancora una bella carriera’», ha ammesso Banfi. Non erano che due ragazzi quando si sono conosciuti: «Io avevo quindici anni, lei tredici. A me piacque immediatamente, anche lei però mi trovò carino. (…) Con tutti i capelli in testa non ero male: ho fatto anche dei fo romanzi», ha detto l’attore, impegnato come ambasciatore Unicef. «Sono stato molte volte in Africa e qualche volta sono riuscito a vedere dei bambini sorridere. Un giorno ho visto dei bambini angolani sotto un temporale che coprivano dalla pioggia non la testa, ma un braccio. Era il braccio che teneva i quaderni, i quaderni che permettevano loro di imparare, di integrarsi, di costruire un futuro». Leggi anche l’articolo —> “Un Medico in famiglia”, Eleonora Cadeddu svela aneddoti dal set: cosa fa oggi