“Luigi d’Arabia. Il gran disastro diplomatico di Di Maio negli Emirati (cui ora Draghi dovrà rimediare)”. Si intitola così l’articolo uscito su “Linkiesta” che porta la firma di Carlo Panella e apre “il vaso di Pandora” su un incidente con Abu Dhabi che vede coinvolto proprio il ministro degli Affari Esteri. Anche “Il Tempo”, qualche settimana fa, aveva riportato l’attacco frontale dell’ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, il generale Leonardo Tricarico, che aveva parlato di danni enormi per la nostra economia. Si tratterebbe di contratti importanti da valanghe di milioni.
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Altra “grana” per Draghi: urgente rimediare al “disastro” diplomatico di Di Maio negli Emirati
“Altro che «il migliore ministro degli Esteri della nostra storia» come ha decretato Beppe Grillo. (…) ha fatto un guaio. Ha infatti congelato le licenze (già operative) per la fornitura agli Emirati Arabi Uniti di ventimila bombe per aerei prodotte in Italia. E ha anche bloccato le forniture italiane di pezzi di ricambio per la pattuglia acrobatica emiratina. Uno sgarro perché questa pattuglia non fa operazioni belliche ma ha una funzione simbolica, rappresenta la bandiera. Dunque un’offesa all’onore nazionale emiratino”, spiega Panella su “Linkiesta”. Il giornalista illustra poi la motivazione che avrebbe spinto il ministro degli Affari Esteri a muoversi in questa direzione. “Quella ufficiale per l’embargo è boicottare i paesi che fomentano la guerra civile in Yemen. Ma non regge, perché in realtà gli Emirati Arabi Uniti hanno cessato di intervenire militarmente in Yemen da ben due anni e quindi “punirli”, per Di Maio e i Cinquestelle, aveva e ha solo lo scopo di marcare una posizione di forte critica nei confronti dell’Accordo di Abramo, siglato nell’agosto del 2020 tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti, che ha rivoluzionato in senso positivo il Medio Oriente”, scrive Panella. In linea con Grillo, da sempre ispirato da una politica estera filo iraniana e filo cinese.
La dura reazione del principe Mohammed bin Zayed
Nessuno si sarebbe accorto di quest’incidente diplomatico di Di Maio, se non ci fosse stata la reazione dura del principe Mohammed bin Zayed, capo di Stato degli Emirati. Questi ha negato all’aereo che portava in Afghanistan i giornalisti italiani di fare scalo nel suo paese. Entro il 2 luglio poi gli Italiani dovranno sgomberare Minhad. Una base aerea fondamentale per i nostri contingenti in Afghanistan, in Kuwait e Iraq. Un’operazione questa che risulterebbe “costosissima” quanto complessa. Non solo: Mohammed bin Zayed sarebbe pronto a far saltare tutti i contratti dell’interscambio Italia–Eau del valore di 4 miliardi di dollari l’anno. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini avrebbe più volte sollecitato Di Maio a riparare. Ma niente da fare toccherà ora al presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il suo aplomb, togliere l’Italia dall’impasse.
Di Maio, Draghi “dovrà rimediare” alla sua iniziativa in solitaria: l’affondo del generale Tricarico
Degli ‘scivoloni’ di Luigi Di Maio ha parlato anche “Il Tempo”, che ha riportato le dichiarazioni del generale Leonardo Tricarico: «Sulle norme che regolano l’esportazione di armamenti o materiali della Difesa ci siamo espressi a livello tecnico sia io che altri 3-4 cultori della materia. Su alcune cose siamo tutti d’accordo, va sottratta a un funzionario del ministero degli Esteri di medio livello, che è colui che firma materialmente le autorizzazioni e le decisioni, come pare, di un solo ministro. Perché Di Maio in solitudine non si può arrogare il diritto di condizionare gli interessi nazionali che non sono solo quelli della politica estera, ma la sintesi di tutta una serie di interlocuzioni che competono anche ad altri comparti politici e del governo». E ancora: «L’Italia sta pagando a caro prezzo il praticantato di una classe dirigente totalmente inesperta». Leggi anche l’articolo —> Luigi Di Maio: età, altezza, peso, fidanzata e carriera del leader M5S