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M5s diviso, Casaleggio insiste con Rousseau. Di Battista: «Draghi farà Recovery dei potentati»

05/02/2021 13:10 - Aggiornamento 05/02/2021 16:47

Proseguono le consultazioni di Draghi. L’ex presidente della Bce incontrerà il M5s domani, sabato 6 febbraio. Rumors in queste ore si rincorrono: il fondatore del MoVimento Beppe Grillo è arrivato a Roma e avrebbe già ricevuto una lunga telefonata dal premier incaricato, che avrebbe messo sul tavolo una serie di garanzie, che farebbero star tranquilli Di Maio e buona parte dei pentastellati. C’è chi però continua ad essere sfavorevole: Alessandro Di Battista resta fermo sulla linea del no; mentre Casaleggio ha proposto il voto sulla piattaforma Rousseau.

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M5s Draghi divide, Casaleggio insiste con Rousseau. Di Battista: «Draghi farà Recovery dei potentati»

«Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma. Qualunque sarà lo scenario politico possibile c’è ampio consenso sul fatto che l’unico modo per avere una coesione del Movimento 5 stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau». Queste le parole del presidente di Rousseau, Davide Casaleggio. In arrivo nella Capitale, come dicevamo in apertura, anche Beppe Grillo, che dovrebbe far parte della delegazione M5s. La composizione di quest’ultima, sottolineano fonti della Camera interpellate al riguardo, non è stata ancora comunicata formalmente. Un fatto è certo, il Movimento è diviso al suo interno: Di Maio è il capofila dei governisti, mentre Di Battista è tra gli oppositori. «Ogni ora che passa ci sono più ragioni per dire No a Draghi», ha scritto l’ex deputato Cinque stelle, che con un lungo post su Facebook ha spiegato le sue ragioni.

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«Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi?»

«Si dice: ‘non sarà un governo tecnico ma un governo politico’. Benissimo. Allora ragioniamo di politica. C’è chi si batte da 906 giorni, ovvero dal 14 agosto del 2018 (giorno della Strage di Genova), per revocare le concessioni autostradali ai Benetton. Davvero qualcuno crede che Draghi, colui che, da Direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton, possa revocarle? C’è chi combatte per l’istituzione di una banca pubblica di investimento. Pensate davvero che Draghi, uomo legato a doppio filo alla Goldman Sachs possa realizzarla? Io credo che sia indispensabile un durissimo provvedimento sul conflitto di interessi che proibisca, per legge, consulenze (o conferenze ben retribuite) a politici ed amici della politica. Si potrà mai approvare una legge del genere con Renzi al governo, per giunta rafforzato politicamente, che si sta arricchendo a dismisura grazie a conferenze estere strapagate? Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi?», si domanda Alessandro Di Battista. «Governo politico è una parola che non ha alcun senso in questo scenario. Cosa c’è di Politico nel governare con PD, LEU, Forza Italia, Più Europa, Centro Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci sarà qualche “politico” dentro. Un numero, tra l’altro, decisamente inferiore a quel che si immaginano molti sostenitori del sì a Draghi. Ma di politico non vi sarà nulla», ha proseguito.

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M5s Draghi fa discutere, Di Battista: «Senza colpo ferire, si farà eleggere Presidente della Repubblica. D’altro canto non avrebbe mai accettato senza questa garanzia»

«Draghi, nei primi mesi di luna di miele concessa da una pubblica opinione stremata da un anno di pandemia, si dedicherà al piano vaccinale e a mettere nero su bianco un Recovery gradito ai potentati che lo incensano. Nulla più. Poi, senza colpo ferire, si farà eleggere Presidente della Repubblica. D’altro canto non avrebbe mai accettato senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà conto che il “Governo dei migliori’ come già viene definito, era solo l’inizio della restaurazione. Un film già visto. Opporsi a questo scenario è l’unica scelta, propriamente politica, che si possa fare», conclude sui social Alessandro Di Battista. Leggi anche l’EDITORIALE —> Tutti innamorati di Mario Draghi, ma fino a quando?