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Morte Marco Vannini: frase di Federico Ciontoli mai finita agli atti potrebbe scardinare verità processuale

07/06/2020 20:16 - Aggiornamento 13/06/2020 15:59

Aggiornamento rettifica in data 13-06-2020

Su espressa richiesta degli Avvocati Andrea Miroli e Pietro Messina, difensori della famiglia Ciontoli, rettifichiamo quanto riportato nell’articolo in oggetto.

Trattasi dell traduzione letterale della intercettazione ambientale fatta a Federico Ciontoli, diffusa in diretta a Quarto Grado nella puntata andata in onda venerdì 5 giugno 2020. Il brano della intercettazione “è stato oggetto di approfondimenti ad opera dei periti fonici, proprio perché particolarmente disturbato da forti rumori esterni. Tuttavia si è potuto, in via di grande approssimazione, accertare che la frase pronunciata dal giovane Federico fosse “… te l’hanno detto che l’ogiva sembrava una ciste? …”; espressione che si riferisce con tutta evidenza alle notizie ricevute nel corso delle lunghe ore nella Caserma dei Carabinieri di Ladispoli dopo la morte di Marco da parte degli stessi inquirenti. Nel corso della istruttoria dibattimentale si è appurato che la “ciste” venne in evidenza solo dopo la constatazione del decesso […]”. Gli avvocati della famiglia Ciontoli evidenziano inoltre che “il significato di tali parole non è mai stato messo in discussione durante il processo”.

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Marco Vannini morte, nuovo processo Ciontoli: una frase di Federico Ciontoli mai finita agli atti potrebbe scardinare radicalmente la ricostruzione dei fatti finora cristallizzata nei primi due gradi di giudizio. A renderla nota è Quarto Grado nella puntata andata in onda venerdì 5 giugno 2020.

Marco Vannini news: frase di Federico Ciontoli (Quarto Grado)

Federico Ciontoli: frase intercettata mai finita agli atti potrebbe riscrivere la verità processuale

Stridono le parole di Martina e Federico Ciontoli pronunciate durante il processo, in qualità di imputati, rispetto a quelle intercettate in caserma poche ore dopo la morte di Marco. “Non sapevo che il colpo era partito”, disse Federico sotto interrogatorio in aula; e Martina parlò di un non meglio precisato “Colpo d’aria”, negando, così come il fratello, di aver mai capito che in casa sua era stato esploso un colpo di pistola. Ed è proprio per il fatto che due tribunali abbiano giudicato attendibili quelle parole che a loro è stata inflitta una condanna a 3 anni per omicidio colposo.

Nonostante il fragore del colpo di pistola, nessun membro della famiglia Ciontoli davvero aveva capito che Marco Vannini era stato colpito da un proiettile, mai uscito dal suo corpo? Per la Cassazione, che ha annullato la condanna di secondo grado e disposto un Appello bis, no. I giudici della Suprema Corte si sono infatti espressi in merito, giudicando tutti i membri della famiglia Ciontoli consapevoli di quanto accaduto a Marco e rei di una “condotta omissiva” e complice che ha, di fatto, cagionato la morte di Marco.

Marco Vannini news: frase di Federico Ciontoli (Quarto Grado)

Federico Ciontoli: le sue parole smentiscono la versione dei fatti fornita nel processo

Le loro parole intercettate nella immediatezza dei fatti, quando in caserma attendevano di essere sentiti a turno dal magistrato, smentirebbero radicalmente quanto poi dichiarato in aula. Le frasi intercettate, molte delle quali non acquisite agli atti, sarebbero la prova del fatto che invece sapessero bene che il povero Marco aveva il proiettile in corpo, tanto da paragonare la protuberanza dell’ogiva ad una cisti. Il proiettile della Beretta calibro 9 aveva infatti trapassato il corpo di Marco, fermandosi nella costola opposta e provocandogli una emorragia interna.

A mettere in dubbio i granitici giuramenti dei Ciontoli in aula, una frase intercettata e mai messa agli atti. Federico, Martina e Antonio sono seduti sul divano della caserma di Civitavecchia. Nel pomeriggio del 18 maggio 2015, poche ore dopo la morte di Marco, commentano ‘a caldo’ i terribili fatti appena accaduti. A un certo punto le micro spie registrano questa frase pronunciata da Federico, che al padre per due volte chiede: “Glielo avevi detto che a te l’ogiva ti sembrava una ciste? […] Pensavi fosse una ciste?”.

L’ogiva nel corpo di Marco: tutti i Ciontoli da subito sapevano del proiettile?

Federico parla proprio dell’ogiva che ha trapassato il corpo di Marco. Dice che sembrava “una ciste”, quindi la protuberanza sul corpo di Marco si vedeva già. Com’è possibile, allora, che tutta la famiglia abbia sempre sostenuto in aula di aver creduto si trattasse di una ferita superficiale? In quella stessa intercettazione, 79 minuti dopo, Martina racconta al fratello ed alla fidanzata Viola, quella stessa scena. Anche lei usa la medesima parola, “ciste”, e dice: “Nella vasca ce l’aveva già […] sembrava una ciste”.

Marco Vannini news: frase di Federico Ciontoli (Quarto Grado)

Ricordiamo che Martina, interrogata, ha sempre smentito con forza di aver visto l’ogiva la sera del ferimento di Marco. Ha negato di essersi resa conto del percorso che aveva fatto il proiettile (dal braccio destro al costato sinistro del fidanzato). Non solo, ha dichiarato che a parlarle di quella ‘ciste’ era stato il comandante dei carabinieri di Ladispoli, Roberto Izzo. Il maresciallo però ha sempre negato di averlo fatto. E anche suo fratello Federico, interrogato in merito dal pm durante il processo, ha sempre detto “assolutamente no”, di non avere mai notato sul corpo di Marco un rigonfiamento che potesse fare pensare all’ogiva nel suo corpo. Ma allora, già da subito, tutta la famiglia sapeva? E conoscendo i fatti ha deciso scientemente di non dare soccorso a Marco? Potrebbe interessarti anche —> Marco Vannini morte, dopo lo sparo un’altra verità: «Avevano deciso che doveva morire»