Prima un posto sicuro nel quale nascondersi, poi un travestimento e alla fine la fuga: così Maria Alyokhina, una delle componenti delle Pussy Riot, è riuscita a scappare dalla Russia di Putin. Fingendosi un rider. La cantante nonché attivista era stata dichiarata latitante lo scorso aprile, e ora ha raccontato al New York Times come è riuscita a lasciare il Paese che voleva incarcerarla per 21 giorni poiché aveva violato le norme anti Covid.
Maria Alyokhina e la fuga dalla Russia
Maria Alyokhina ha raccontato di essersi prima nascosta nell’appartamento di un’amica a Mosca, e poi grazie a un travestimento da rider, da addetta per la consegna del cibo a domicilio, di essere scappata in direzione Lituania. Il tutto passando per la Bielorussia. Chiaramente, per non essere rintracciata, con sé non ha portato alcun dispositivo elettronico, nemmeno il cellulare. Una volta indossate le vesti da fattorino, quindi, la donna si è fatta accompagnare da un amico fino al confine bielorusso. A quel punto è riuscita a oltrepassare la frontiera al terzo tentativo, grazie anche all’aiuto dell’artista islandese Ragnar Kjartansson che, a quanto pare, aveva convinto un Paese europeo a rilasciarle un documento di viaggio in grado di garantirle gli stessi diritti di una cittadina europea.
Così la Pussy Riot è salita su un autobus verso la Lituania, e a Vilnius ha incontrato la compagna Lucy Shtein, anche lei scappata dalla Russia nelle settimane precedenti utilizzando lo stesso stratagemma. “Sono successe tante magie in quella settimana. Sembra una spy novel. Sono contenta di avercela fatta”, ha confessato al New York Times. Nei prossimi giorni, insieme alle altre artiste del gruppo, inizierà un tour con lo scopo di raccogliere fondi per l’Ucraina.
ARTICOLO | Possibile stop del gas russo, Europa lavora ad un piano: cosa può accadere in Italia
ARTICOLO | Quanto durerà ancora la guerra in Ucraina? Le ultime notizie e la minaccia di Lukashenko
La storia di Maria Alyokhina
Tra Maria Alyokhina e il governo russo non scorre buon sangue da anni. Nel 2012, infatti, era stata incarcerata per “teppismo e odio religioso” dopo aver cantato una preghiera anti-Putin nella Cattedrale del Cristo Salvatore. Negli anni successivi, poi, è stata arrestata altre volte, sempre a causa di proteste pubbliche. Nel momento in cui la Russia ha invaso l’Ucraina l’attivista era ai domiciliari con l’accusa di aver violato le norme anti-Covid durante alcune manifestazioni del 2021 dopo l’arresto di Aleksej Navalny. Per esprimere il suo dissenso contro l’operazione russa, quindi, la cantante ha tagliato il suo braccialetto elettronico e pubblicato la foto sui suoi profili social. Proprio per questo motivo il tribunale, ad aprile, l’aveva condannata a 21 giorni di carcere. Alyokhina, però, si è resa irreperibile, e così è stata inserita nella lista dei latitanti. >> Tutte le notizie di UrbanPost