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Mario Bozzoli, nuovi indizi contro il nipote: su pc e cellulare tracce sospette

21/10/2020 17:41 - Aggiornamento 29/10/2020 22:02

Caso Mario Bozzoli: a cinque anni dalla misteriosa sparizione dell’imprenditore 50enne, avvenuta nei locali della fonderia di Marcheno (Brescia) che l’uomo gestiva insieme al fratello Adelio e i suoi due figli, solo uno di loro rischia il processo. Si tratta di Giacomo Bozzoli. Nei suoi confronti la Procura ha raccolto una serie di indizi che ora sarà il Gup a valutare.

mario bozzoli nuovi indizi contro il nipote

Perché Giacomo Bozzoli rischia di essere processato

Inizialmente furono quattro i nomi degli iscritti sul registro degli indagati. Oltre a Giacomo, anche suo fratello Alex, e due dei loro operai, Oscar Maggi e il senegalese Akwase Aboagye. Tutti la sera dell’8 ottobre 2015 erano presenti in azienda quando l’uomo scomparve. A loro veniva contestato l’omicidio volontario e la distruzione di cadavere. Oggi rischia di doverne rispondere a processo solo uno, Giacomo, appunto. Gli inquirenti da subito hanno nutrito sospetti nei suoi riguardi, in quanto esistono dei precedenti che proverebbero il profondo risentimento nutrito dal nipote verso lo zio Mario, nonché suo consocio. Una ex fidanzata di Giacomo ha addirittura riferito agli inquirenti che in passato il nipote avrebbe ordito un piano, poi sfumato, per far sparire lo zio. L’indagato ovviamente respinge ogni accusa e si dice estraneo alla vicenda. Il prossimo 29 ottobre il Gup dovrà decidere se farlo processare oppure archiviare il fascicolo di indagine.

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Strane ricerche su internet e cellulare: emersi nuovi indizi a carico di Giacomo Bozzoli

Frattanto il settimanale Giallo pubblica nel numero in edicola questa settimana nuove indiscrezioni circa il corollario di indizi che la magistratura inquirente ha raccolto a carico dell’indagato. Vi sarebbero le tracce di “strane ricerche fatte su internet” da Giacomo. I carabinieri del Ros, infatti, nel cellulare di Giacomo, uno smartphone Apple iPhone 6, avrebbero trovato una serie di dati utili alle indagini. Si tratterebbe di “numerosissime ricerche sul web sul ‘caso ‘Bozzoli’, su ‘come localizzare delle cimici’ e sul ‘procuratore dell’Osso’ …”, ha riferito il giudice titolare dell’inchiesta sul giallo di Marcheno. Ricerche interpretate dagli inquirenti come la prova della “preoccupazione da parte di Giacomo Bozzoli circa le indagini in corso sulla vicenda”.

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Files cancellati dal pc proprio nel giorno della scomparsa di Mario Bozzoli

C’è poi l’avvio dello strumento “CClenaer”, un programma che consente di cancellare dal pc i files, proprio il giorno 8 ottobre 2015. La pulizia della memoria del pc di Giacomo Bozzoli, effettuata proprio nel giorno della scomparsa dell’imprenditore, non sarebbe casuale per gli inquirenti, che al nipote di Mario Bozzoli contestano anche la premeditazione.

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Ancora, un altro particolare di non poco conto, se contestualizzato e considerato in relazione a tutti gli elementi probatori raccolti. Giacomo Bozzoli – riferisce Giallo – aveva salvato nella rubrica del telefono il numero dello zio con la parola “Merda”. I carabinieri dopo la scomparsa dell’imprenditore accertarono tuttavia che Giacomo cancellò il succitato contatto, poiché ne sarebbe rimasta traccia all’interno della memoria del dispositivo elettronico. Potrebbe interessarti anche —> Giallo di Marcheno, Mario Bozzoli: c’erano 4mila euro in contanti a casa dell’operaio trovato morto