Matteo Renzi News. «1 Giugno 2018. Tre anni fa nasceva il governo Conte Salvini Di Maio. Oggi c’è il Governo Draghi. Tutta un’altra storia, meno male. Viva l’Italia». Così ieri su Twitter il leader di Iv Renzi, all’indomani della Festa della Repubblica, gongolando ancora una volta per aver innescato nel bel mezzo della pandemia una crisi che ha portato l’ex numero della Bce a Palazzo Chigi. «È stato tutto un gioco di tattiche parlamentari. E diciamo che lavorare per cinque anni nel palazzo dove lavorò Machiavelli ha aiutato un po’. Ho fatto tutto da solo, con il 3 per cento!», ha detto mesi fa l’ex sindaco di Firenze in un’intervista concessa al “New York Times”.
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Matteo Renzi e il “sogno segreto”: presto realtà grazie a Biden e all’effetto Draghi?
Agli occhi del mondo Matteo Renzi veste i panni del “costruttore”, per alcuni addirittura quelli di “raffinato” stratega. Negli anni con le sue continue operazioni di palazzo il leader di Italia Viva si è creato la fama di «rottamatore incallito», come scrive Paolo Armaroli nel volume “Effetto Draghi”, che descrive l’anticamera del governo guidato oggi dall’ex governatore della Banca di Italia. Giravolte quelle di Renzi che hanno di fatto determinato il tracollo del populismo. E non solo: dallo «Stai sereno» detto ad Enrico Letta all’affondo che ha sfilato la poltrona a Conte, che fino all’ultimo aveva dormito sonni tranquilli nella speranza di un terzo mandato. Renzi, ex sindaco di Firenze, presidente della segreteria del Pd, del Consiglio e di un partito che i sondaggi danno sotto il 4%. Quale sarà la prossima mossa del toscano? A quale poltrona aspira?
Come scrive Armaroli: “L’appoggio al governo Draghi è scontato. (…) Non ha altre vie d’uscita che stringere i denti e pedalare verso un futuro tutt’altro che radioso, visto e considerato che i sondaggi lo danno sotto il 3%, o filarsela all’inglese”. Difatti sono tanti i “si dice” quando si parla di Renzi: “Un uomo come lui che ambisce a vincere, non può tollerare di vegetare in un angolo. Ha vinto una luminosa ma adesso ha il timore di perdere la guerra alle prossime elezioni politiche, che prima o poi dovranno pur tenersi. Tutt’al più alla scadenza naturale della legislatura , nel 2023”. E proprio dalle pagine di “Effetto Draghi” viene rilanciato il “sogno segreto” di Matteo Renzi. Di che si tratta? “Si dice che punti alla segreteria generale della Nato”.
Segretario generale della Nato nel 2022? L’indiscrezione
Renzi segretario generale della Nato nel 2022? Ipotesi reale o fantapolitica? Il mandato di Jens Stoltemberg scade l’anno prossimo ed è già stato prorogato una volta. Sette anni fa, l’ex ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, era uno dei papabili per l’incarico di prestigio, poi l’affare sfumò. Stoltembrg, come riporta “Today”, che pure rilancia l’indiscrezione, venne appoggiato da Mario Monti ed Enrico Letta. L’Italia dunque potrebbe essere risarcita a distanza di qualche anno con la nomina di Renzi? Oggi il leader di Iv è sulla scena internazionale per l’operazione Draghi. Il senatore di Scandicci ha concesso a più riprese interviste ai principali quotidiani mondiali. Al NYT Renzi ha sintetizzato la crisi di governo così: «È stata l’operazione più complessa di tutta la mia carriera politica». A Le Monde pochi giorni prima aveva ammesso: «Da italiano Draghi ha salvato l’euro. Da europeo salverà l’Italia». Allo spagnolo, invece, El Pais ha confessato: «Tutti sapevano che Draghi era migliore di Conte, ma nessuno ha avuto il coraggio…».
Renzi e l’amicizia con Joe Biden: «L’ho sempre considerato come la persona da chiamare quando c’era da chiedere un consiglio»
A spianargli la strada l’elezione di Biden: «Per me Joe è come un fratello maggiore saggio. Alla Casa Bianca l’Italia avrà un amico», ha dichiarato Renzi alla “Stampa” dopo l’annuncio della vittoria del candidato dei Democratici. Per il leader di Iv infatti «Biden è stato un punto di riferimento vero negli anni della presidenza Obama. L’ho sempre considerato come la persona da chiamare quando c’era da chiedere un consiglio», ha aggiunto l’ex premier. L’ultimo “latino” al vertice della Nato era stato lo spagnolo Javier Solana nel quadriennio 1995-1999. L’ultimo italiano fu Manlio Brosio, rimasto in carica dal 1964 al 1971. Leggi anche l’articolo —> Mario Draghi premier perfetto? Peccato per quella sua abitudine contraria al Galateo