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Morte Maradona, svolta nell’inchiesta: in sette indagati per omicidio volontario

20/05/2021 15:27 - Aggiornamento 20/05/2021 15:30

Morte Maradona, si aggrava la posizione delle sette persone indagate per la morte del “Pibe de Oro” avvenuta a Buenos Aires il 25 novembre 2020 a causa di un arresto cardio-respiratorio. A quanto riporta la stampa argentina, ora l’accusa per loro è di omicidio volontario. (continua a leggere dopo la foto)

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Morte Maradona, la Procura di San Isidro ora procede per omicidio volontario

Sulla base delle prove raccolte nelle ultime settimane, la Procura di San Isidro ha deciso di cambiare il capo d’imputazione nei confronti del neurochirurgo Leopoldo Luque, medico personale di Maradona, e degli altri sei indiziati. Ora devono rispondere del reato di omicidio volontario, per il quale il codice penale argentino prevede tra gli 8 e i 25 anni di reclusione. Gli indagati, per cui vige il divieto di espatrio, sfileranno davanti ai magistrati a partire dal 31 maggio prossimo.

Gli altri sei soggetti per cui la Procura argentina sta chiedendo di procedere sono una psichiatra, uno psicologo e quattro infermieri. Una di questi era la dirigente della compagnia assicurativa che si occupava dell’assistenza domiciliare dell’ex capitano del Napoli e della Nazionale argentina.

Morte Maradona, la perizia: “Abbandonato dal team sanitario”

Diego Armando Maradona sarebbe dunque morto perché non solo perché non assistito in modo adeguato bensì perché i sette indagati  “non hanno fatto nulla per impedire la sua morte”, affermano gli esperti nella perizia depositata presso la Procura di San Isidro.

“I segni di pericolo di vita che (Maradona, ndr) ha esibito sono stati ignorati”, stimano ancora i venti esperti, tra cui patologi forensi che hanno eseguito l’autopsia e specialisti di varie discipline mediche che hanno redatto la perizia. Ma c’è di più: le cure infermieristiche fornite sono state “viziate da carenze e irregolarità”. Diego Maradona, che soffriva di problemi ai reni, al fegato e al cuore, è morto per un attacco di cuore il 25 novembre 2020, poche settimane dopo aver subito un intervento chirurgico al cervello per un coagulo di sangue.

“Dopo tante ingiustizie, il cerchio si chiude. La cosa più importante è il passaggio dell’accusa a omicidio premeditato”, ha detto all’agenzia Afp un membro della Procura della Repubblica di San Isidro. Indispensabile dunque il contributo della perizia che, come detto, ha accertato come Diego Armando Maradona sia stato “abbandonato al suo destino” dal suo team sanitario, il cui trattamento “inadeguato, carente e sconsiderato” ha portato a una lenta agonia.

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