Insomma, pare che il Movimento 5 Stelle stia piano piano implodendo. Dopo l’abbandono dell’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che sembra essere già pronto a varare il suo gruppo “Eco”, dopo il saluto dei deputati Rospi e Angiola per trasferirsi al Gruppo Misto e in seguito all’espulsione di Gianluigi Paragone, il gruppo capitanato da Luigi Di Maio sembra essere davvero a rischio caduta libera. Ciò che preoccupa sono soprattuto i numeri in Senato: secondo alcune indiscrezioni, il giornalista Paragone potrebbe essere seguito da una decina di altri grillini insofferenti, e tra i nomi potrebbero esserci quelli di Emanuele Dessì, Dino Minniti e Luigi Di Marzio. E con questo potrebbe verificarsi una vera e propria mancanza di sostegno al governo, visto che la frattura tra Paragone e il Movimento 5 Stelle è avvenuta proprio sul voto contrario alla legge di Bilancio. Tutto questo mette a rischio i numeri in Senato: alla prova della prima fiducia lo scorso 10 settembre l’esecutivo giallorosso ha incassato 169 sì, che si sono però ridotti a 166 nel voto che ha dato il lascia passare alla legge di bilancio, soltanto 5 voti sopra la soglia di sopravvivenza di 161. Basterebbero quindi una manciata di senatori in fuga dal Movimento per far saltare il tavolo.
Quelli che attendono il Movimento 5 Stelle saranno mesi molto delicati: dovrà analizzare dossier difficili come quello sulla revoca delle concessioni autostradali, sulla trattativa con AcelorMittal sull’ex Ilva, sul voto a Matteo Salvini in relazione al caso Gregoretti. E se Paragone riuscirà a mettersi alla guida di una manciata di senatori particolarmente insofferenti, il governo potrebbe rischiare seriamente.

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