Giovedí 13 agosto sarà il primo anniversario della morte della “Iena” più amata di sempre, Nadia Toffa. Stremata dalla malattia, Nadia Toffa ha combattuto come una leonessa con tutte le sue forze. Attraverso i social ha condiviso uno sua più piccola vittoria e sconfitta: la perdita di capelli, le sedute di chemioterapia e la volontà di essere ancora un’ultima volta sul palco de “Le iene”, pochi giorni prima di morire. Su Instagram documentava dettagliatamente la malattia: «Rivendico il diritto di parlare apertamente della nostra malattia, che non è esibizionismo né un credersi invincibili, anzi: è un diritto a sentirsi umani. Anche fragili, ma forti nel reagire». Rispondeva cosí a chi l’accusava “spettacolarizzazione della malattia”.
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Nadia Toffa anniversario, Alessia Marcuzzi ricorda: «Stava male, ma al mattino mi spediva foto con i fiori»
Nadia Toffa diceva di lei: «Sono una che si dà per intero. O tutta o nulla». Alessia Marcuzzi, che è stata sua collega alle Iene, racconta: «Negli ultimi mesi ricevevo da Nadia tante fotografie di fiori con scritto buongiorno. Oggi quando ne vedo una mi viene da postarla, perché immagino che lei possa vederla». E se in tanti vedevano in quell’atteggiamento positivo qualcosa di forzato, altrettanti sono stati i messaggi di vicinanza alla famiglia, da Jovanotti a Fiorello. Al Corriere della Sera, Nadia confessò: «Ho paura che mia madre resti sola. Penso che le madri non dovrebbero mai restare da sole, senza i figli. È troppo».
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Nadia Toffa anniversario, i colleghi de Le Iene: «Era un uragano»
Giovedí 13 agosto, in prima serata su Italia1 andrà in onda lo speciale de Le Iene, un omaggio con inediti, racconti e immagini. Davide Parenti, autore della trasmissione, racconta: «Noi abbiamo saputo prima di lei della sua malattia. Ricordo benissimo quando si sentì male in trasferta, a Trieste. La corsa in elicottero fino a Milano, l’operazione d’urgenza. Dunque, le settimane d’incertezza: quanto sarà grave? ci chiedevamo». Parenti continua: «Lei è sempre stata così, un uragano, una che diceva tutto quello voleva, raccontava la malattia sui social, ne parlava liberamente. Cercavamo di proteggerla, sapevamo che andava incontro a critiche. Lei faceva finta di niente ma noi sapevamo che gli hater sui social la facevano soffrire».