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Covid, ricoveri in crescita dell’11,5% in una settimana: il 66% di chi è in ospedale non è vaccinato

25/11/2021 14:26 - Aggiornamento 25/11/2021 14:38

Numero ricoverati per Covid in Italia a novembre 2021. “Crescono dell’11,5% in una settimana”. È il dato che emerge dalla rete degli ospedali sentinella costituita dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere Fiaso. (Continua a leggere dopo la foto)

Numero ricoverati per Covid in Italia a novembre 2021: il 12,6% è in terapia intensiva, il 66% non è vaccinato

Il terzo monitoraggio, con la rilevazione dei dati effettuata il 23 novembre nei 16 ospedali individuati, ha “registrato 697 pazienti ricoverati nei reparti Covid di cui 88 (12,6% dei ricoverati) in terapia intensiva”. L’analisi dei dati consente di valutare “il rischio di finire in terapia intensiva in base allo stato vaccinale: è in rianimazione il 16% degli ospedalizzati non vaccinati contro l’8,9% degli ospedalizzati vaccinati. Il rischio è dunque doppio tra i non vaccinati”.

“Il 66% dei ricoverati” per Covid “non ha ricevuto alcuna dose di vaccino o non ha completato il ciclo
vaccinale. Da notare anche il peso delle comorbidità particolarmente alto fra i vaccinati: il 70% dei pazienti vaccinati finiti in rianimazione è affetto da cardiopatia, obesità grave, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva, neoplasia, o si tratta di pazienti dializzati, trapiantati o immunosoppressi, sui quali può essersi verificato un fallimento vaccinale causato proprio dalle patologie”. Lo evidenzia il report delle rete degli ospedali sentinella costituita dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). (Continua a leggere dopo la foto)

Tra i non vaccinati l’età dei ricoverati è mediamente più bassa

L’analisi sui pazienti in rianimazione ha preso in considerazione le condizioni cliniche dei degenti. Lo studio conferma “come lo stato vaccinale e la comorbidità influiscano sullo stato di salute”. La
percentuale di “pazienti non vaccinati e con comorbidità ricoverati in terapia intensiva è leggermente più bassa, pari al 62%, un dato comunque alto – sottolinea il report – che indica la necessità di porre grande attenzione per i fragili (da ritenere prioritari per le vaccinazioni, prima, seconda o terza dose, ma anche per le normali misure preventive)”.

“I numeri confermano come l’età media di chi finisce in terapia intensiva sia più bassa tra chi non è immunizzato: i pazienti vaccinati in rianimazione hanno in media 68 anni, mentre i non vaccinati hanno 62 anni”, rimarca la Fiaso.