Il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte divide l’Italia in zone rosse, arancioni e gialle, con livelli di chiusure e divieti, che variano a seconda dei diversi indici con cui il Coronavirus avanza Regione per Regione. Le nuove misure, a differenza di quanto inizialmente annunciato, entreranno in vigore a partire dal prossimo venerdì. Le restrizioni e la relativa suddivisione hanno fatto scalpore, creato qualche malumore tra i governatori. Chi ha appreso di essere una regione “gialla” è irritato perché voleva essere “rossa”. La regione che fa parte delle aree “rosse” protesta perché non è “gialla”. Chi sta in una zona arancione critica l’esecutivo perché si sente fuori da ogni rischio. Per il presidente della Lombardia Attilio Fontana, ad esempio, «è inaccettabile basarsi su dati di dieci giorni fa». Resta da chiedersi quale criterio avrebbero dovuto adottare Conte, il Comitato tecnico scientifico e il Ministero della Salute per fare un quadro rispondente alla realtà e prevenire il contagio.
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Nuovo Dpcm, Fontana: «Inaccettabile basarsi su dati di 10 giorni fa! Schiaffo alla Lombardia»
Dopo l’annuncio del governo sulle aree gialle, arancioni e rosse è scoppiata la rivolta dei governatori. Secondo un retroscena del “Fatto Quotidiano”, ci sarebbe stata stata poca “collaborazione” tra Governo e Regioni. “Sentire”, tuttavia, non vuol dire “negoziare”, come ha ricordato proprio ieri il premier Conte in conferenza stampa. «Non ci hanno neppure sentito, eppure il Dpcm prevede che le ordinanze del ministero della Salute sulle chiusure vengano emanate dopo aver sentito i governatori”. Lo dicono in diversi, fuori taccuino, “perché se parlassimo tra virgolette chissà cosa potremmo dire…”. Ma il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, protesta in chiaro: “Speranza ci ha relegati in zona arancione senza alcuna preventiva intesa con la Regione o spiegazione scientifica”», si legge sul giornale.
«Le richieste formulate dalla Regione non sono state neppure prese in considerazione»
Furioso il governatore Attilio Fontana, che aveva detto prima della conferenza stampa del presidente del Consiglio: «Il governo sta decidendo in quale fascia inserire la Lombardia. Ma purtroppo lo sta facendo con dati vecchi di oltre dieci giorni. Oggi i dati ci sono, ed è sulla base di questi che dovrà essere presa ogni decisione». Dello stesso avviso il presidente della Liguria Giovanni Toti: «Se non fosse drammatica la situazione inizierebbe a diventare grottesca, ci aspettiamo un confronto tecnico con il governo sulla qualificazione tecnica del dato».
E il presidente della Lombardia non ha risparmiato toni forti: «Le richieste formulate dalla Regione non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita». Leggi anche l’articolo —> Covid, il bollettino di oggi: 30.550 nuovi casi, il 14,4% dei tamponi eseguiti