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Nuovo Dpcm, Rossi: “Sistema razionale, la ribellione di Fontana è da cialtroni”

05/11/2020 15:20 - Aggiornamento 05/11/2020 15:27

Nuovo Dpcm 6 novembre, interviene anche Enrico Rossi, esponente del Partito Democratico ed ex presidente della regione Toscana. “Il ritardo c’è, perché i criteri e i provvedimenti per ridurre il contagio potevano essere individuati già a settembre ed evitare tante polemiche e tanta perdita di tempo. Ma ora, a mio avviso, il nostro Paese si è finalmente dotato di un sistema razionale che se verrà fatto funzionare e se verrà applicato potrà garantire di contrastare efficacemente la diffusione del virus. Non a caso, il governatore della Lombardia, Fontana, che prima chiedeva di intervenire con mano forte, si ribella e non vuole applicarlo proprio perché la sua regione viene sottoposta alle restrizioni più forti”. Così si è espresso Rossi in un lungo post su Facebook, nel quale ha riservato anche un appellativo non certo generoso per l’ex collega alla guida della Lombardia. (segue dopo la foto)

Nuovo Dpcm 6 novembre, Rossi: “L’atteggiamento di Fontana è da cialtroni”

“È un atteggiamento da cialtroni –  scrive Rossi a proposito di Fontana – che spiega forse anche il disastro che in quella regione si è avuto con la prima ondata. Come da cialtroni, è bene ricordarlo, è stato l’atteggiamento di certa destra con in testa Salvini che ha negato l’esistenza di una seconda ondata e che anche ora farnetica di attacco alla libertà da parte del governo”.

“Ora, per carità, non si parli più di vaccino a dicembre per imbonire e tranquillizzare – prosegue Rossi – Si può prospettare invece una fase non breve, altalenante, tra restrizioni più o meno forti e allentamenti, a seconda dello sviluppo del contagio. Si può e si deve prevedere anche una terza ondata, quella invernale, e prepararsi meglio di quanto non si sia fatto finora. Peccato che i ‘governatori’ abbiano rinunciato ad esercitare le loro prerogative assumendosi responsabilità grandi ma necessarie per gestire la pandemia. Ad esempio, se non ho capito male, non si prevede la possibilità di interventi in dimensione più ridotte rispetto a quelle regionali che avrebbero chiamato in causa presidenti di regione e sindaci e avrebbero consentito di differenziare in modo più appropriato le eventuali restrizioni”.

“Dispiace che da questa vicenda le regioni escano agli occhi dell’opinione pubblica come inadeguate”

“Dispiace che da questa vicenda le regioni escano, agli occhi della opinione pubblica, come inadeguate a prendere decisioni importanti per la salute dei cittadini – conclude l’ex presidente della Toscana – Ma con il virus dovremo confrontarci per un lungo periodo e i presidenti avranno tempo per recuperare e dimostrare il contrario, soprattutto con l’impegno quotidiano nella gestione dei servizi sanitari”. >> Tutte le notizie di politica italiana

Per approfondire:

Perché si chiama Covid-19

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