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Jessica Faoro massacrata con 85 coltellate: il suo assassino teme il Covid-19 e chiede i domiciliari

12/06/2020 09:12 - Aggiornamento 12/06/2020 09:16

Omicidio Jessica Faoro: l’assassino Alessandro Garlaschi chiede di uscire dal carcere di Pavia, dove è rinchiuso. Una notizia che indigna l’opinione pubblica ed arriva pochi giorni dopo la sentenza della Corte d’assise di Milano che lo scorso 27 maggio 2020 ha per lui confermato l’ergastolo.

Jessica Faoro, Alessandro Garlaschi e la moglie
Jessica Faoro, Alessandro Garlaschi e la moglie

Alessandro Garlaschi teme contagio Covid-19 e chiede i domiciliari

Garlaschi “Nell’ultimo periodo ha vissuto numerosi e gravi episodi iperglicemici […] Il Covid-19 può avere un’incidenza sui pazienti affetti da patologie croniche”, così la difesa del tranviere assassino ha chiesto una misura cautelare “meno afflittiva”: gli arresti domiciliari. Alessandro Garlaschi si è macchiato di un crimine molto efferato: ha martoriato la povera ragazza con 85 coltellate e poi ha cercato di dare fuoco al cadavere per cancellare le sue tracce sulla scena del crimine. La colpa di Jessica? Garlaschi avrebbe agito in preda ad un delirio omicida innescato dal rifiuto della vittima di accondiscendere alla sue pressanti avances. Secondo i giudici dell’Appello l’uomo non avrebbe alcun vizio di mente ma sarebbe affetto da un “disturbo paranoide” della personalità.

Spietato assassino e paranoide: l’ex tranviere trucidò Jessica Faoro con 85 coltellate

Il massacro si consumò la notte del 7 febbraio 2018 nell’appartamento di via Brioschi a Milano. Lì l’allora 39enne abitava con la moglie (presentata a Jessica come sua sorella), che la sera del delitto l’uomo si adoperò ad accompagnare dalla suocera affinché la notte potesse stare solo in casa con Jessica. La 18enne era ospite della coppia, e in cambio di vitto e alloggio svolgeva per Garlaschi dei piccoli lavoretti domestici. Il tranviere aveva pianificato tutto per poter mettere in atto il suo obiettivo perverso. Fu lui, dopo l’omicidio, a chiamare la polizia sul posto.

La richiesta del suo avvocato Francesca Santini – che la custodia cautelare in carcere, cioè, possa essere sostituita con gli arresti domiciliari in una Rems, una casa di cura o di accoglienza e assistenza – ha profondamente indignato la famiglia di Jessica. Le parti civili hanno già annunciato opposizione. In particolare modo la madre della vittima, il cui difensore già avrebbe ipotizzato di produrre una memoria per scongiurare la scarcerazione di Garlaschi. Potrebbe interessarti anche —> Jessica Faoro accoltellata 85 volte: perché il tranviere Garlaschi ha infierito fino a tal punto sul suo corpo

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