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Omicidio Lecce, il movente in un diario segreto: la verità in un romanzo dal titolo “Vendetta”

24/10/2020 09:45 - Aggiornamento 24/10/2020 09:52

Omicidio Lecce movente. Nell’appartamento in via Fleming è stato ritrovato un quaderno di Antonio De Marco, il 21enne reo confesso dell’uccisione di Daniele De Santis ed Eleonora Manta. Un diario segreto in cui lo studente appuntava tutta la sua frustrazione: solamente nelle ultime pagine emerge dirompente l’astio del giovane nei confronti delle sue vittime. Assieme al quaderno sono state trovate pagine dattiloscritte di un romanzo che De Marco stava scrivendo dal titolo ‘Vendetta’. Un’opera in cui spiccano le due anime dell’omicida: l’impegno per diventare infermiere e al contempo l’obiettivo di provocare sofferenza agli altri. Un lato oscuro, una doppia vita all’insegna della morte.

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omicidio Lecce

Omicidio Lecce movente in un diario segreto: la verità in un romanzo dal titolo “Vendetta”

Dal diario segreto salterebbe fuori il motivo scatenante della furia omicida di Antonio De Marco: la dolorosa sensazione di solitudine del giovane e la mancanza di una compagna. Sofferenze che avrebbero innescato odio e rancore nei confronti di tutti gli uomini che, al contrario, risultavano brillanti con le donne. Nel testo il nome di Daniele De Santis comparirebbe solo alla fine: un obiettivo “facile” per l’assassino. Il 21enne, infatti, disponeva delle chiavi della casa, in cui questi aveva abitato per un periodo limitato di tempo.

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“Probabilmente il giovane avrebbe compiuto qualche altro delitto”: questa l’ipotesi degli inquirenti

Sarebbe stato proprio Antonio De Marco ad informare i propri avvocati (Andrea Starace e Giovanni Bellisario) dell’esistenza, nella sua abitazione, del quaderno in cui, di volta in volta, segnava il suo malessere e gli istinti omicidi inizialmente generalizzati. Ed effettivamente il diario è stato ritrovato tra il materiale di studio del ragazzo e ora è stato consegnato dai suoi avvocati agli inquirenti nell’ottica di una collaborazione nelle indagini. Come riporta “Repubblica” “Probabilmente il giovane avrebbe compiuto qualche altro delitto, come hanno ipotizzato da subito gli inquirenti. Ed aveva avviato questo macabro apprendistato dalle prime persone a lui più vicine da colpire nel loro primo giorno di convivenza”. Alla luce del contenuto degli scritti per gli avvocati del ragazzo sembra ormai inevitabile un’approfondita analisi peritale. Leggi anche l’articolo —> Omicidio Daniele De Santis: oggi i funerali, ancora ricercato il presunto assassino