Omicron, incubazione e sintomi, per quanto tempo si resta contagiosi? La variante, di cui ancora sappiamo poco, è destinata a diventare dominante nel nostro Paese. Secondo quanto riferiscono gli esperti è molto più trasmissibile della Delta (ben 5 volte di più), nei vaccinati con almeno due dosi dà molto spesso sintomi lievi, simili ad una banale influenza. Nel caso di soggetti fragili il discorso cambia: per questo bisogna continuare a seguire tutte le precauzioni per evitare il contagio: l’uso della mascherina Ffp2, il distanziamento sociale e il ricorso a disinfettanti.
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La variante Omicron corre, incubazione e durata: per quanto tempo si resta contagiosi
Omicron ha portato con sé, oltre a naso che cola, mal di testa, stanchezza, starnuti e mal di gola, una nuova sensazione: la perdita di appetito. Resta comunque assai difficile distinguerla dagli altri virus influenzali. L’unico modo è sottoporsi ad un tampone, il solo strumento per fare un distinguo. Se è vero che i sintomi durano poco, anche il periodo di tempo fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi, pare essersi ridotto (3 giorni) rispetto alle varianti precedenti. In generale, parlando del Covid, si ritiene che l’incubazione possa variare fra 2 e 11 giorni, fino a un massimo di 14 giorni. Per quanto tempo si resta positivi? Per quanto è possibile contagiare le altre persone? Tale fase può iniziare, come scrive «Il Corriere della Sera», rilanciando alcuni studi, uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, ma è probabile che i positivi siano più contagiosi durante il periodo sintomatico. Negli asintomatici si calcolano le 48 ore precedenti il tampone positivo. La fase infettiva pare possa durare da 8 a 10 giorni nei casi moderati e in media fino a due settimane nei casi gravi. L’infettività si riduce in genere dopo 7 giorni dall’inizio dei sintomi. In coloro che son vaccinati con 2 o 3 dosi i sintomi sono ancora di minor durata. Per questo gli esperti son dell’avviso che tale discorso possa valere anche per la capacità di contagiare altri.
Cosa dice l’esperto
Tim Spector, epidemiologo del King’s College, in un’intervista concessa al «Guardian», a proposito della variante Omicron ha detto: «Al contrario, per la maggior parte delle persone affette da Omicron, la malattia è avvertita come un raffreddore e inizia con naso che cola, mal di gola e mal di testa. Per salvare vite umane, è urgente e necessario aggiornare la comunicazione». Leggi anche l’articolo —> Omicron, quali sono i sintomi: ce n’è uno nuovo, come riconoscerla subito