Quello tra Oriana Fallaci e Alekos Panagulis è stato uno degli amori più intensi della storia della letteratura. La giornalista e il poeta, considerato un eroe della Grecia moderna, hanno vissuto non solo una travolgente passione fatta di fughe in Toscana e di una convivenza turbolenta, ma hanno pure lottato assieme contro il regime dittatoriale dei Colonnelli. Al suo compagno, a cui è stata legata dal 1973 al ’75, la scrittrice toscana ha dedicato, come saprete, ‘Un uomo’, uscito nel 1979, “la solita tragedia dell’individuo che non si adegua, che non si rassegna, che pensa con la propria testa, e per questo muore ucciso da tutti”. Così per far capire quanto importante sia stato Alekos per Oriana vogliamo riportare una lettera di lei, inclusa nel libro edito da Rizzoli, ‘La paura non è un peccato’. Il destinatario ovviamente il rivoluzionario greco, morto in un sospetto incidente stradale, dopo anni di carcere e lotta attiva fra Atene e Firenze. Si tratta di un’epistola spedita da Bonn, datata 4 settembre 1973. Un’autentica quanto insolita dichiarazione d’amore.
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Oriana Fallaci e quella lettera ad Alekos Panagulis: «Tu nato per comandare, io nata per disubbidire»
«Alekos caro, ho tanta voglia di scriverti e non so da che parte incominciare. Ho tante cose da dirti e non so come dirtele», esordisce Oriana Fallaci. «Sono così confusa, così spaventata. Io non voglio credere ai miracoli. Io voglio credere alla logica e basta. E la logica mi impone di avere paura. Per te, per me. Paura per te quando penso che sono una donna così difficile, così diversa dalle altre donne… Sei tu nato per comandare, io sono nata per disubbidire… Paura per me quando penso che non hai ancora ripreso contatto con il mondo e, quando ti sarai nuovamente tuffato nel mondo mi dimenticherai. Le strade sono piene di donne più giovani e più belle di me. E un ricordo mi ossessiona come un incubo. Il ricordo di te che vuoi scendere dall’automobile e gridi: ‘Un momento, un momento! Quella ragazza è bella! Più bella di te!’. Eri ubriaco, lo so. Ma gli ubriachi dicono sempre la verità», prosegue la scrittrice toscana.
«Ci siamo presi una grossa responsabilità reciproca a incontrarci e abbracciarci…»
«Alekos… Ci siamo presi una grossa responsabilità reciproca a incontrarci e abbracciarci. Perché è già troppo tardi per tornare indietro senza farci male. Perché la gente come noi due non può permettersi di sbagliare. Aspetto la tua lettera con impazienza, con… speranza. Forse riuscirà a convincermi che non devo avere paura e, comunque, mi sento meglio quando mi dici “ἀγάπη”, amore». E ancora: «Ho bisogno di te, e ho bisogno di credere che tu hai bisogno di me. Puoi darmi molto. Posso darti molto. Posso darti tutto. E ti ringrazio fino da ora se mi metterai nelle condizioni di darti quello che posso darti. Anche se non sarà mai una vita facile per noi. Anche se ci aspettano giorni duri. Anche se avremmo bisogno di molto coraggio per non perderci». Dalla lettera che la Fallaci scrive ad Alekos Panagulis si percepisce sì il sincero sentimento, ma anche i contrasti. Entrambi avevano un forte temperamento, erano due spiriti indomiti.
Oriana Fallaci ad Alekos: «Ti ringrazio per quella sera sul mare: noi due soli nell’acqua»
«Ti ringrazio per la poesia. È così bella io sono così fiera che tu l’abbia dedicata a me. E poi ti ringrazio per quella sera sul mare: noi due soli nell’acqua. E poi ti ringrazio per quella sera di musica, quando è caduta una stella nel cielo. Non ti ringrazio per l’ultima sera, è vero. Ho pianto troppo. Ma anche l’ultima sera ha servito perché ho pianto per te. Non per me», scrive la giornalista, che in seguito raccomanda al compagno di non bere, proprio per proteggere la «sua dignità nelle piccole cose». Sul finale Oriana Fallaci fissa un appuntamento: «Avremo un’isola e un grande letto. E la notte andrà meglio. Perché vada meglio devi solo capire che io ho bisogno di dolcezza, di tenerezza. Come i bambini…», scrive la giornalista. Generosa, come sanno quelle poche persone che hanno avuto la fortuna di averla come amica, l’inviata di guerra annuncia all’amato nelle battute conclusive di aver fatto più di un regalo: «due pipe» e del «tabacco profumato, leggero». La struggente lettera si chiude con la parola più importante di tutte: «ti amo, ἀγάπη». Leggi anche l’articolo —> Ingrid Bergman, quando Roberto Rossellini spezzò il cuore di Anna Magnani per correre da lei