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Ingrid Bergman, quando Roberto Rossellini spezzò il cuore di Anna Magnani per correre da lei

29/08/2020 13:43

105 anni fa, il 29 agosto del 1915, nasceva Ingrid Bergman, una delle attrici più amate dal grande pubblico. Quello stesso giorno, nel lontano 1982, la diva tre volte Premio Oscar, che secondo l’American Film Institute è la quarta più grande star femminile di Hollywood di sempre, moriva a Londra colpita da un tumore al seno che non le ha lasciato scampo. Fascino da vendere, bellezza intramontabile. Ingrid Bergman ha lavorato con registi importanti come Alfred Hitchcock, affiancato attori di immensa bravura come Cary Grant e Humphrey Bogart. Tanti successi: da Casablanca a Notorious – l’amante perduta, da Anastasia ad Assassinio sull’Orient Express; senza contare Indiscreto, Per chi suona la campana e Fiore di cactus. Vogliamo ricordarla oggi raccontando la sua chiacchierata storia d’amore con Roberto Rossellini, considerato universalmente uno dei maestri del Neorealismo italiano. 

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Ingrid Bergman

Ingrid Bergman, quando Roberto Rossellini spezzò il cuore di Anna Magnani per correre da lei

«Mister Rossellini, ho visto i suoi film “Roma città aperta” e “Paisà”, e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla molto bene l’inglese, non ha dimenticato il tedesco, non riesce a farsi capire bene in francese e in italiano sa dire soltanto “ti amo”, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei». Diceva così il bigliettino che Ingrid Bergman inviò a Roberto Rossellini. Era il 1948, il regista viveva una tormentata relazione con Anna Magnani, l’attrice italiana che l’estero ci invidiava, simbolo di una romanità forse ormai perduta, donna tanto bella quanto capricciosa. Un triangolo amoroso destinato a far scalpore: ricevuto il foglietto, Rossellini prese il primo volo disponibile per Londra con l’intento di guardare da vicino l’autrice della lettera, che era impegnata sul set de Il peccato di Lady Considine (1949) di Alfred Hitchcock, il quale l’aveva già diretta in Io ti salverò (1945) e in Notorius (1946). In quell’occasione Rossellini conobbe anche Peter Lindstrom, il marito di Ingrid, l’uomo che l’attrice svedese aveva smesso di amare da tempo. Stando ai pettegolezzi, Rossellini, che all’epoca soggiornava all’Hotel Excelsior a Roma assieme alla sua Anna, uscì dalla camera con la scusa di portare a spasso i cani. In seguito li avrebbe lasciati ad un cameriere e sarebbe salito su un’automobile che l’aspettava con le valigie già pronte. Una rocambolesca fuga che lo portò tra le braccia di una delle attrici più desiderate.

Ingrid Bergman

«Sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei»

Complici le feste mondane e i concorsi cinematografici, la Bergman e Rossellini hanno più volte occasioni di rivedersi, dapprima a Parigi, poi a New York e infine a Los Angeles. Ma è lei ancora una volta a fare il primo passo, invitandolo nella sua villa come ospite d’onore. Benché Rossellini non sappia una parola di inglese, riesce a conquistare la simpatia degli invitati – c’era la crema del cinema americano: Cary Grant, Gary Cooper e Betty Davis tra i tanti – e della padrona di casa. Travolti dalla passione i due si appartano in cucina. Molti anni dopo la stessa Bergman pare abbia raccontato al figlio Renzo Rossellini, primo figlio del regista italiano, che probabilmente proprio lì in cucina era avvenuto il concepimento del piccolo Roberto. Il problema? All’epoca era Anna Magnani, a cui il regista neorealista era legato anche professionalmente. I due avrebbero dovuto lavorare, infatti, insieme anche al film Stromboli. Appresa la notizia del tradimento, l’attrice romana reagì male, e con lei il produttore che, dopo aver liquidato Rossellini e scritturato al suo posto il regista Dieterle, cambiò il titolo del film in Vulcano.

Ingrid Bergman

Ingrid Bergman, Roberto Rossellini e Anna Magnani: il triangolo che fece scalpore

Rossellini tuttavia non si diede per vinto e girò comunque il suo film con la Bergman nel ruolo della protagonista. Nella calda estate del ’49 gli occhi del mondo assistettero divertiti a quella che i giornali dell’epoca chiamarono “la guerra dei vulcani”. A Stromboli c’era la troupe di Rossellini e della sua nuova amante, a Vulcano la furiosa Anna Magnani, che novella Medea, non nascondeva la sua rabbia di donna tradita a chi le stava vicino e malediceva continuamente il suo Giasone fedifrago. “A Colossè, mimetìzzate. Fa’ finta d’ esse pescatore, contadino; fa’ er filo a quarche comparsa ma me raccomanno, non fa capì a nessuno che arrivi da lontano…” diceva Nannarella a Gianni Pavone, uno degli attori minori del film, inviato di nascosto a spiare la coppia. Al botteghino Stromboli stracciò Vulcano: Anna Magnani beffata due volte dunque? Proprio nel giorno della presentazione della pellicola, il 2 febbraio ’50, venne al mondo Robertino, figlio di Rossellini e di Ingrid Bergman. La notizia fece ovviamente il giro del mondo e con essa tuonarono le critiche verso l’attrice svedese, la cui condotta di vita veniva giudicata immorale. Nel ’55, però, mentre la Magnani vince l’Oscar con La Rosa Tatuata, il matrimonio tra Rossellini e la Bergman cominciò a scricchiolare. La passione può dirsi spenta, sepolta sotto la cenere. 

Ingrid Bergman

L’amicizia importante con Cary Grant e la stampa che non le perdonò lo scandalo

Ingrid Bergman e Roberto Rossellini si separarono nel 1957 e il regista ottenne la custodia dei figli. Il film Anastasia fece vincere alla splendida attrice il secondo Oscar della sua carriera. Il pubblico americano le aveva perdonato lo scandalo, ma la stampa no. La Bergman scelse di non ritirare personalmente la statuetta, mandò alla cerimonia il suo migliore amico Cary Grant. “Sono passata da santa a puttana e poi di nuovo a santa in una vita sola”, le sue parole. Ingrid Bergman si sposò ancora, nel 1958, con il produttore svedese Lars Schmidt. Matrimonio che sarebbe terminato nel 1977, quando lui ebbe un figlio da un’altra donna. Rossellini se ne andò proprio quell’anno, il 3 giugno, per un attacco cardiaco. 

Ingrid Bergman

Ingrid Bergman e Anna Magnani, due attrici di straordinario talento che hanno segnato la storia del cinema

Se quest’intricato “C’eravamo tanto amati” vi ha incuriositi, vi suggeriamo due libri da leggere: Le amanti del vulcano. Bergman, Magnani, Rossellini: un triangolo di passioni nell’Italia del dopo guerra di Marcello Sorgi, edito da Rizzoli, e Anna Magnani. Biografia di una donna, Odoya ediz., di Matteo Persica. Nannarella, da lupa quale era, seppe reagire: «L’amore. Toglietemi tutto. La carriera, la politica, Mike Bongiorno, il festival di Sanremo. Ma l’amore no. L’amore è la pioggia, il vento, è il sole e la notte. L’amore è respiro e veleno. Certi giorni mi dico: Anna, stai attenta, questa è la cotta che ti ammazza. Perché, sì, di carattere sono eccessiva, smodata. Non mi so fermare, e ogni volta che amo mi impelago fino ai capelli. Che strazio, poi, uscirne vivi. Scappare. È una cosa tremenda, da urlare. Come rialzarsi dal letto e non avere più sangue. Ma poi si ricomincia ed è meraviglioso». Perché forte non è chi non cade, ma chi una volta a terra trova la spinta di rialzarsi. Sempre e comunque. Leggi anche l’articolo —> Oriana Fallaci e Alekos Panagulis: la travolgente storia d’amore