Paola Casali scomparsa da Licata il 20 febbraio 2011, il caso si riapre. Soddisfatto per l’effetto sortito dal lavoro dell’associazione Penelope di cui è il Presidente, nei mesi scorsi l’avvocato Nicodemo Gentile lo aveva annunciato attraverso un post su Facebook.
Paola Casali Paola Casali scomparsa da Licata il 20 febbraio 2011, il caso si riapre
«Dopo tanti anni di buio, si riapre la speranza. La donna scomparsa misteriosamente da Licata nel 2011 non è stata più ritrovata. Accolta l’ istanza di riapertura delle indagini avanzata da Penelope e dai legali della famiglia. Noi accanto alle figlie di Paola, perché le scomparse non si archiviano. Grazie a Gian Pietro Fiore per il costante impegno e al settimanale Giallo». Del caso, infatti, era tornato a parlare il programma di Rai 3, Chi l’ha visto?, ed anche sul settimanale diretto da Andrea Biavardi erano stati pubblicati diversi focus sulla vicenda.
Anche il Tg3 Regione Sicilia nei mesi scorsi ha confermato la riapertura delle indagini, perché come dalla prima ora asseriscono le figlie di Paola Casali, quello della donna non sarebbe affatto un allontanamento volontario. Le è successo qualcosa di brutto durante l’incontro annunciato con il suo amante, ne sono sicure.
La nuova inchiesta punta sull’analisi dei tabulati telefonici
Si riapre quindi il caso giudiziario della scomparsa di Paola Casali, la donna di Licata che nel 2011 non diede più notizie di sé dopo il presunto incontro con un uomo con il quale aveva avviato una relazione sentimentale. La Procura di Agrigento ha affidato i nuovi accertamenti ai Carabinieri, in particolar modo incentrati su una nuova analisi dei tabulati telefonici. A dieci anni dalla scomparsa, la procura agrigentina sta cercando di capire come e perché di lei si sia persa ogni traccia.
«Ci stiamo lavorando con i carabinieri», si è limitato a commentare il procuratore Luigi Patronaggio ai microfoni del Tg3 regione Sicilia. La donna all’epoca 49enne, residente in Lombardia, scomparve il pomeriggio dl 20 febbraio 2011 da Licata, sua cittadina di origine. Vi era tornata per trascorrere qualche giorno di vacanza. Secondo le figlie, che in questi anni si son opposte all’archiviazione dell’inchiesta, la madre quel giorno incontrò un uomo, Salvatore, un siciliano residente nell’Aretino, con il quale aveva intrapreso una relazione sentimentale. Secondo quanto emerso, Paola gli avrebbe in più occasioni dato ingenti somme di denaro. (Continua a leggere dopo la foto)
Della donna più nessuna traccia dopo l’incontro con il presunto amante
I due si sarebbero incontrati per un viaggio a Catania; circostanza, questa, che non ha mai trovato conferme. L’appuntamento romantico era fissato per il 14 febbraio, giorno di San Valentino, a Catania. Incontro che però slittò al 20 febbraio, e per il quale Paola era molto dispiaciuta. lo confidò alla figlia che a Chi l’ha visto? ha confermato: «Mamma era innamorata di quell’uomo».
Dopo la scomparsa di Paola Casali, l’uomo avrebbe addirittura negato di averla mai conosciuta. I tabulati telefonici, però lo collocherebbero proprio a Licata nel giorno in cui di Paola Casali si perse ogni traccia. La riapertura dell’inchiesta sarebbe legata alla possibilità di riesaminare oggi quei tabulati telefonici mediante più evoluti e precisi mezzi tecnici, in grado di fornire maggiori indicazioni sulle comunicazioni telefoniche effettuate dai due, che potrebbero svelare la verità sulla scomparsa della donna.
Scomparsa Paola Casali, la scheda di Chi l’ha visto?
Paola Csali, 49 anni, vive in provincia di Milano ma si trovava per una breve vacanza nella sua terra di origine, a Licata, in Sicilia, ospite presso parenti. La sera del 20 febbraio ha chiamato la figlia, dicendole che si sarebbe assentata per quattro o cinque giorni, insieme a un conoscente. Ha aggiunto che quella sera avrebbe spento il cellulare, ma che il mattino seguente l’avrebbe certamente richiamata, come sempre. Ma da allora il suo telefono non è più ritornato attivo e lei nn è più tornata né ha dato sue notizie. Leggi anche —> Paola Casali scomparsa 9 anni fa, le figlie chiedono la riapertura delle indagini: troppi dubbi