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Passaporto vaccinale, Pregliasco: «Così torniamo prima alla normalità», ma c’è chi è contrario

28/01/2021 09:45 - Aggiornamento 28/01/2021 09:52

Per Fabrizio Pregliasco, noto virologo dell’Università degli Studi di Milano, l’idea di un patentino che attesti l’avvenuta vaccinazione è più che valida. Si tratterebbe, tra l’altro, di un incentivo per la popolazione stessa, stuzzicata all’idea di raggiungere la tanto agognata immunità di gregge, ma anche uno strumento utile per far ripartire l’economia. Non è “fantascienza”, l’ipotesi di un passaporto vaccinale si sta facendo sempre più spazio tra le stanze dell’Unione Europea.

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Pregliasco

Passaporto vaccinale, Pregliasco: «Così torniamo prima alla normalità», ma c’è chi è contrario

Il progetto di un passepartout digitale sarebbe senza dubbio di aiuto soprattutto a quei paesi, tra cui l’Italia, maggiormente vessati dalla pandemia. Vale a dire, quelle nazioni, che hanno avuto delle gravi ripercussioni sul piano turistico, con la chiusura degli aeroporti. Da noi non sono poche le Regioni che si sono “convertite” al passaporto per il vaccino contro il Covid. Sarebbero il Veneto, l’Emilia-Romagna, il Lazio e la Campania. Un passo in avanti per far ripartire la socialità: «Gli stadi sono vuoti, non c’è il pubblico. Perché non consentire a chi ha ricevuto anche la seconda dose del vaccino di andare in tribuna? Così, gradualmente, riporteremo persone negli stadi. Un modo per riavvicinarsi alla normalità», ha detto Pregliasco in un’intervista concessa a “Il Messaggero”.

E sembra che al passaporto vaccinale si stiano interessando anche le compagnie aeree che «vedono in questo strumento la possibilità di recuperare un numero sufficiente di passeggeri che voleranno in sicurezza. Ma i contesti in cui applicare questo certificato sono molti, anche in ambito lavorativo», ha spiegato sempre il virologo.

passaporto vaccinale

L’immunologo Francesco Le Foche: «Una vera e propria discriminazione sociale»

«Con il certificato vaccinale, che consente di frequentare un numero maggiore di luoghi ed eventi pubblici, molte più persone accetteranno di immunizzarsi. Si supera il problema dell’obbligatorietà, più difficile da applicare. E si ottiene comunque un risultato quanto mai importante per una campagna vaccinale: una percentuale di adesioni sufficiente a limitare la circolazione del virus», ha dichiarato sempre Fabrizio Pregliasco a “Il Messaggero”. Ma non tutti sono d’accordo. Il professor Francesco Le Foche, immunologo-infettivologo al Policlinico Umberto I di Roma, spesso ospite a “Domenica In”, lo vede come «una vera e propria discriminazione sociale che verrebbe a creare cittadini di serie A e cittadini di serie B». Leggi anche l’articolo —> Variante Covid brasiliana, professor Rezza: «C’è preoccupazione sull’efficacia dei vaccini»