È stata sospesa dopo appena quattro minuti la nuova udienza di oggi 7 dicembre al Tribunale di Mansura, vicino al Cairo, del processo a Patrick Zaki. Come riferisce «Il Fatto Quotidiano» la sua legale, Hoda Nasrallah, ha chiesto l’acquisizione di altri atti per dimostrare sia una presunta illegalità durante l’arresto avvenuto lo scorso febbraio all’aeroporto che la correttezza dell’articolo sui copti alla base del processo. Intanto dalla gabbia degli imputati il giovane ha fatto sapere di stare bene.
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Zaki, udienza sospesa dopo 4 minuti. Amnesty: “Se lo condannano Draghi chieda grazia»
“Bene, bene, grazie”. Così, facendo il gesto del pollice all’insù, Patrick Zaki ha risposto ad un diplomatico italiano che gli chiedeva delle sue condizioni di salute. Non ammanettato, vestito di bianco come tante altre volte. Lo studente era nella gabbia degli imputati prima che iniziasse l’udienza al tribunale di Mansura. Il diplomatico ha potuto parlargli solo per pochi istanti e il ragazzo ha ringraziato per quello che l’Italia sta facendo per lui. Le dichiarazioni di Zaki fanno capire che le ipotesi di violenze nei suoi confronti sono infondate. La delegazione dell’Unione europea, due diplomatici italiani e funzionari delle ambasciate di Stati Uniti, Spagna e Canada, hanno preso posto all’interno dell’aula. Con loro anche i genitori di Zaki, il padre di Patrick, e la madre Hela con cui un diplomatico italiano si è intrattenuto brevemente.
Abbas non è fiducioso: «Non c’è stata abbastanza pressione sul governo egiziano»
Lo studente egiziano dell’università di Bologna, lo ricordiamo, è sotto accusa per diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici e detenuto in carcere esattamente da 22 mesi. La terza udienza, come dicevamo in apertura, è stata sospesa nel giro di pochi minuti. Al Tribunale non circolano ipotesi accreditabili circa la possibile durata dell’interruzione. Mohamed Abbas, uno dei migliori amici di Patrick Zaki, tra gli animatori della campagna per la sua liberazione, a «La Stampa», ha spiegato di non essere fiducioso. «Non c’è stata abbastanza pressione sul governo egiziano da parte della comunità internazionale ad esempio, il Parlamento italiano aveva deliberato il conferimento della cittadinanza a Patrick, ma questo non si è tradotto in alcun provvedimento concreto». Forte l’appello di Amnesty: «Se lo condannano Draghi chieda la grazia». Leggi anche l’articolo —> Chi è lo studente di Bologna arrestato e torturato in Egitto