Pensioni, quota 98 dal 2022? Si tratterebbe di una possibilità al vaglio del governo dopo che il premier Conte ha mandato “in soffitta” quota 100. Ma cosa cambia nel concreto e soprattutto chi potrebbe agganciarsi a questa nuova riforma? Quota 98 non è riservata a tutti: i lavoratori interessati sarebbero i disoccupati, gli invalidi e i caregivers (figure dedite all’assistenza di anziani e disabili) e lavoratori gravosi. L’assegno previdenziale mensile di questi neo pensionati non dovrebbe subire penalizzazioni o comunque in misura minima. Ma ci sarebbero altre ipotesi interessanti in ballo…
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Pensioni quota 100 diventa quota 98, ma c’è un’altra ipotesi: cosa cambia e per chi
Dopo lo stop imposto dal lockdown e dall’emergenza Covid, l’esecutivo è al lavoro per bypassare Quota 100 e superarla già a partire dal 2022. La misura per l’anticipo delle pensioni voluta dal governo giallo-verde e in particolare dalla Lega e Matteo Salvini dovrebbe essere abolita sul finire del 2021. Dal Festival dell’Economia di Trento, Giuseppe Conte ha annunciato l’addio del progetto sperimentale di anticipo pensionistico: «Non è all’ordine del giorno il rinnovo di Quota 100», ha affermato il premier. Dichiarazioni che hanno fatto saltare sulla sedia il segretario del Carroccio, che si è sentito di difendere la propria ‘creatura’: «Un presidente del Consiglio che in un momento di crisi come questo pensa di aumentare l’età pensionabile è da ricovero, o non capisce o è pagato per non capire», ha tuonato da Venezia Matteo Salvini.
In che consiste quota 98: chi può usufruirne
Tra le opzioni per le pensioni a partire dal 2022 ci sarebbe Quota 98, che tuttavia interesserebbe soltanto alcune categorie di lavoratori e lavori, quelli usuranti. Questi potrebbero andare in pensione con 62 anni di età e 36 di contributi, una sorta di Quota 100 con lo sconto di due anni di contribuzione. Tra i lavoratori che potrebbero beneficiare delle pensioni anticipate con Quota 98 dal 2022 gli operai industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, i conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; gli insegnanti della scuola dell’infanzia o asilo nido; gli operai siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti ai lavori ad alte temperature; per citarne qualcuno.
Pensioni Quota 100, altre possibilità al vaglio dell’esecutivo
E tutti gli altri? Per loro potrebbe prospettarsi Quota 102, ossia uscita dal lavoro a 64 anni con almeno 37-38 anni contributivi. Quest’anticipo, come spiega ‘Affari Italiani’, rispetto ai 67 anni di vecchiaia, “costerebbe loro nell’assegno previdenziali probabilmente del 2,8-3% per ogni anno di anticipo”. Resta poi in piedi il tema di Quota 41 (vale a dire l’uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica) che fa gola ai sindacati, ma scontenta le Casse dello Stato perché giudicato troppo oneroso. «Bisogna avere il coraggio di differenziare», ha detto il premier Conte, che ha sottolineato: «Un professore universitario vorrebbe lavorare a settant’anni, mentre in tante occupazioni usuranti non possiamo prospettare una vita lavorativa così lunga…». Leggi anche l’articolo —> Pensioni quota 100 diventa quota 98, ma c’è un’altra ipotesi: cosa cambia e per chi