Prima la pallavolista Francesca Marcon, poi l’attrice Ludovica Bizzaglia. Tutte e due, seppur con reazioni diverse, hanno raccontato di avere sviluppato una forma di pericardite, a seguito della somministrazione del vaccino anti Covid. Ma cos’è la pericardite? Di che si tratta? Quali sono i sintomi? C’è una cura? Sono tutte domande che assillano alcuni in queste ore.
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Cos’è la pericardite, sintomi iniziali e cura: perché può venire dopo il vaccino
«Non voglio che passi un messaggio sbagliato, purtroppo può succedere, è sfiga: ma il vaccino è l’unico modo per uscire da Covid-19», aveva detto Ludovica Bizzaglia. Ed effettivamente può accadere che dopo l’inoculazione si abbia la pericardite come effetto indesiderato, ma si cura. «Si guarisce in pochi giorni con un trattamento di cortisone, questa è la realtà», ha detto qualche tempo fa al Corriere della Sera Sergio Abrignani, immunologo e rappresentante della Conferenza delle regioni nel Cts. «Possono essere gravi le miocarditi o pericarditi da Covid, ma non quelle legate all’immunizzazione, molto rare. Non si tratta certo di un rischio che può farci desistere dalla vaccinazione, che porta soprattutto vantaggi», ha chiarito l’esperto. Ma quali sono i sintomi? La pericardite è l’infiammazione del pericardio, una struttura a forma di sacco che contiene e protegge il cuore, costituita da due membrane separate da uno strato di liquido. Le cause possono essere molteplici, come spiega il sito ufficiale dell’Ospedale Niguarda: “È provocata da infezioni virali, le stesse che causano le comuni infezioni delle prime vie respiratorie o le gastroenteriti; più raramente è causata da batteri, funghi o parassiti. Ma ci può essere anche un’origine non infettiva”.
I casi si sono verificati nei 14 giorni successivi alla vaccinazione: cosa sappiamo, le parole degli esperti
Quali sono i primi sintomi? In genere un dolore, generalmente localizzato al petto o dietro lo sterno. Tale sensazione dolorosa può anche diffondersi al collo, al braccio sinistro, al dorso e più raramente all’addome. Simile, diciamo, ad una pugnalata, che “può peggiorare con l’inspirazione, con un colpo di tosse o la deglutizione”, come spiegano gli esperti. Altri segnali? Possono essere febbre, ipotensione, tachicardia, sonnolenza, sudorazione, tosse, cianosi, astenia. Ora se ne parla molto per via di alcuni casi rari, molto rari, legati alle vaccinazioni anti Covid Pfizer e Moderna. Ad affermarlo è la fonte più ufficiale possibile: “I casi si sono verificati nei 14 giorni successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile. I dati a disposizione suggeriscono che il decorso della miocardite e pericardite dopo la vaccinazione non è diverso da quello della miocardite o della pericardite in generale”, si legge nel rapporto dell’Aifa. Uno studio del Providence Regional Medical Center di Everrett, pubblicato sul Journal of the American Medical Association (Jama), dice poi che su oltre due milioni di persone, in 20 si è sviluppata una miocardite correlata alla vaccinazione e in 37 una pericardite.
Pericardite sintomi, cosa fare? «Allertare subito il medico»
In un’intervista a Sanità Informazione il professor Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto della Società Italiana di Cardiologia e direttore della scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha chiarito alcune perplessità sulla pericardite e il nesso coi vaccini. Ad esempio l’incidenza: «Al riguardo non ci sono differenze di genere così come non esistono rischi maggiori di sviluppare l’infiammazione con Pfizer Biontech piuttosto che con Moderna e viceversa. E in nessun caso ci sono stati decessi o forme gravi, ma tutti i casi si sono risolti con due o tre giorni di ricovero». Cosa fare ai primi sintomi? «È necessario allertare subito il medico, effettuare un elettrocardiogramma ed un ecocardiogramma. Poi si consiglia il riposo per un certo periodo», ha spiegato Perrone Filardi. Chi sono i soggetti più predisposti? I due casi citati in apertura sembrano suggerire che si tratti di giovani perlopiù.
Cos’è la pericardite, cosa dice un recente studio
«Lo studio pubblicato su Jama non evidenzia fattori particolari, ma il fatto che sia più facilmente riscontrabile in soggetti giovani, riguarda anche gli atleti. Questo perché probabilmente nei giovani il sistema immunitario è più reattivo e dà una risposta infiammatoria più evidente rispetto ad una popolazione anziana. Ciò non toglie che il rapporto rischio-beneficio risulta essere sempre a vantaggio del vaccino anche nelle fasce di età più giovani», le parole del cardiologo. Leggi anche l’articolo —> Ludovica Bizzaglia: «Ho la pericardite dopo il vaccino, ma lo rifarei», gli insulti irripetibili dei no vax