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“Dire la verità è un atto rivoluzionario”, raccolta delle frasi più belle di Pier Paolo Pasolini

05/03/2022 11:42 - Aggiornamento 05/03/2022 11:48

Il 5 marzo del 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini, acuto osservatore dei cambiamenti della società del nostro Paese dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni settanta, nonché autore a tratti controverso, scandaloso per l’Italia del suo tempo. Al centro del dibattito pubblico l’omosessualità mai nascosta, ma anche la fine tragica (assassinato all’Idroscalo di Ostia nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975). Un epilogo che ancora oggi resta un mistero. Poliedrico, la sua particolarità forse risiedeva proprio nella capacità di cimentarsi magnificamente in più arti: Pasolini nasce poeta (Poesie a Casarsa, 1942), prosegue come romanziere (Ragazzi di vita, 1955), continua come regista di film indimenticabili quali Accattone (1961), Mamma Roma (1962) e Uccellacci e Uccellini (1966). Ma è stato anche giornalista, pittore, traduttore, saggista. Un intellettuale a 360° che non ha mai avuto paura di manifestare le proprie idee, anche a costo di non piacere. Onesto, schietto; merce rara oggi. Per ricordarlo nel centenario dalla nascita abbiamo pensato di raccogliere alcune delle frasi più belle di Pasolini. Riflessioni profonde e tremendamente attuali.

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“Dire la verità è un atto rivoluzionario”, una raccolta delle frasi più belle di Pier Paolo Pasolini

Alberto Moravia scrisse di Pasolini che «non fu un poeta ufficiale, celebrativo, retorico, come sono stati in Italia nella seconda metà dell’Ottocento, Carducci e D’Annunzio, bensì poeta che vede il Paese natale non come lo vedono né possono vederlo, appunto, i potenti di questo paese». Si inserisce indubbiamente Pasolini nel filone della poesia civile in Italia. Come avrete capito però, ne è stato un esponente a modo suo. Pier Paolo Pasolini può essere considerato uno dei maggiori e più significativi autori contemporanei: ha prodotto molteplici raccolte letterarie poetiche, tra cui il già citato “Poesie a Casarsa”, che rappresenta una raccolta di liriche composte in dialetto friulano; “La meglio gioventù”, “Le ceneri di Gramsci”, “Il canto popolare”.

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«La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza»

Si è espresso anche in prosa: ricordiamo “Ragazzi di vita”, “Una vita violenta” e “Il sogno di una cosa”. La carica sovversiva di Pasolini risiedeva soprattutto nella sua attenzione ai deboli. Le sue origini artistiche, senza dubbio, hanno radici nel Neorealismo, da cui però l’artista ha saputo poi distaccarsi. Da romanziere, ma anche da regista, Pasolini infatti non hai mai sovraccaricato gli umili di valori esclusivamente positivi, anzi spesso e volentieri ne svelava le contraddizioni. Senza finti moralismi ha condannato poi la doppiezza della classe borghese, mostrandone ambiguità e vizi. L’ultima opera, la più ambiziosa e sperimentale, è “Petrolio”, progetto incompiuto a causa della morte dell’autore e pubblicato solo nel 1992. Un anti romanzo, se vogliamo, in cui l’autore pone al centro il degrado della vita moderna. Possiamo dire che nessun altro scrittore della sua epoca ha lasciato una traccia tanto evidente, nella nostra memoria collettiva. Di seguito le frasi più belle, le citazioni da tenere a mente e perché no da (ri)pubblicare oggi sui social.

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Le frasi più belle di Pier Paolo Pasolini

  • La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.
  • Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura.
  • Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.
  • Lo sapevi, peccare non significa fare il male: non fare il bene, questo significa peccare.
  • Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l’erba, la gioventù. L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro.
  • Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù.
  • Solo l’amare, solo il conoscere conta, non l’aver amato, non l’aver conosciuto.

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«Questo nostro mondo umano, che ai poveri toglie il pane, ai poeti la pace»

  • Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato.
  • Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone.
  • Bisogna essere molto forti per amare la solitudine.
  • Io so questo: che chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene.
  • Una definizione di me stesso? È come domandare la definizione dell’infinito.
  • Questo nostro mondo umano, che ai poveri toglie il pane, ai poeti la pace.
  • Siamo stanchi di diventare giovani seri,
    o contenti per forza, o criminali, o nevrotici:
    vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare
    qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.
    Non vogliamo essere subito già così sicuri.
    Non vogliamo essere subito già così senza sogni.

 

 

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