Prato, licenziato in tronco un docente perché disabile e precario. Il professore che non aveva un contratto a tempo indeterminato è l’ennesima vittima di regolamenti, di un sistema che sembra fare acqua da tutte le parti. E sembra impossibile che nella scuola italiana, nel 2020 appena entrato, succedano ancora queste cose. Marco Di Domenico, 33 anni, è laureato in Architettura. Il giovane toscano, grazie alla buona posizione in graduatoria, aveva ottenuto un contratto di un anno alla scuola media «Ivana Marcocci» dell’Istituto omnicomprensivo «Primo Levi» di Prato. Una supplenza, come insegnante di sostegno, in una classe con due ragazzini disabili, cominciata lo scorso settembre che sarebbe dovuta andare avanti fino al 30 giugno. Pochi giorni fa però gli hanno recapitato una lettera di licenziamento per mancata idoneità.
Prato, prof licenziato perché disabile: «Se non fossi stato un precario…»
Su segnalazione della preside, Marco Di Domenico si è sottoposto all’esame della Commissione medica di verifica, quell’organo che valuta l’idoneità all’impiego. «Dopo la visita sono stato dichiarato inidoneo al sostegno per motivi di sicurezza anche se non all’insegnamento. La risposta della scuola è stata consegnarmi la lettera di rimozione dall’incarico», ha spiegato il docente, la cui testimonianza è stata raccolta da Il Corriere della sera. Il giovane, che ha una lieve miopatia (fa fatica, ad esempio, a salire le scale), non percepisce alcun assegno di disabilità. Il prof non sarebbe stato penalizzato soltanto per la sua condizione fisica, ma anche perché precario. Cosa si può pensare? Che lo Stato ghettizzi anziché offrire un supporto a persone come Marco? Quel che sconcerta è che l’insegnante aveva svolto nel breve periodo il suo incarico in maniera ineccepibile: «Il mio lavoro come mi hanno detto colleghi e preside è stato perfetto». Altro che inclusione, integrazione, verrebbe da dire.
La preside: «Non immaginavo che la vicenda potesse concludersi così…»
«Se fossi stato un docente a tempo indeterminato e non un precario non sarei stato licenziato ma impiegato in un altro compito e magari avrei insegnato Arte, la mia materia», ha spiegato al Corriere il docente che ha presentato ricorso. La preside della scuola, Francesca Zannoni, si è detta dispiaciuta: «Sono stata io a chiedere al professore di sottoporsi alla verifica della commissione, ma solo per garantire la sicurezza degli studenti e dell’insegnante stesso. Non immaginavo che la vicenda potesse concludersi così. Purtroppo, questi sono i regolamenti e noi dobbiamo rispettarli. Avrei sperato di poter affidare al collega un’altra mansione ma le disposizioni di legge non lo prevedono».