Vai al contenuto

Processo Gregoretti, Lamorgese e Di Maio in aula: la “nuova prova” di cui parla Salvini

19/02/2021 09:09 - Aggiornamento 19/02/2021 09:14

Processo Gregoretti – Venerdì 19 gennaio 2021. Nuova udienza preliminare, la terza, del Caso Gregoretti. Oggi alle 9.30 l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini è atteso nell’aula bunker Bicocca di Catania. Il procedimento giudiziario potrebbe portare il leader della Lega a processo. Il senatore milanese potrebbe dover rispondere a due capi d’accusa: sequestro di persona e abuso in atti di ufficio. Al fianco di Salvini ci sarà ancora una volta l’avvocato Giulia Bongiorno, deputata e legale del leader della Lega.

leggi anche l’articolo —> Salvini caso Gregoretti, la spettacolarizzazione dell’udienza per avere l’assoluzione popolare

Caso Gregoretti

Caso Gregoretti, Lamorgese e Di Maio al processo contro Salvini: almeno due i nodi da sciogliere

A Catania su richiesta del Gip, saranno presenti anche Luigi Di Maio, all’epoca dei fatti vicepremier, e l’attuale titolare dell’Interno, Luciana Lamorgese. Lo scorso 28 gennaio, invece, aveva deposto l’ex premier Giuseppe Conte. Processo cominciato il 3 ottobre del 2020, quando gli inquirenti hanno ascoltato per la prima volta il leader della Lega. L’accusa formulata è quella di aver “abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell’unità navale Gregoretti della guardia costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio”, quando fu disposta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nell’ambito di un accordo per la distribuzione dei migranti in altri cinque paesi Ue.

Sul caso Gregoretti la Procura etnea, guidata da Carmelo Zuccaro, si era già pronunciata per l’archiviazione, giudicando che «l’attesa di 3 giorni per uno sbarco» non possa «considerarsi un’illegittima privazione della libertà» dei migranti a bordo della nave. In più, per gli inquirenti sulla nave gli addetti ai lavoro hanno “garantito assistenza medica, viveri e beni di prima necessità” e disposto “lo sbarco immediato di malati e minorenni”, come ribadito dallo stesso Salvini nella sua memoria difensiva. A chiedere il processo, al contrario, il Tribunale dei ministri.

Salvini

“Due scafisti che furono poi identificati e fermati”

Ma sono tanti i nodi da sciogliere: il primo i motivi di ordine pubblico. Per l’accusa i migranti non rappresentavano una minaccia in tal senso (“non ci sono informazioni sulla possibile presenza, tra i soggetti soccorsi, di persone pericolose per la sicurezza e l’ordine pubblico nazionale”). A tal proposito Salvini ha parlato nell’ultima memoria di una nuova prova. Si tratta di un “Gps per l’orientamento in mare che dopo il salvataggio fu trovato uno zainetto”. A dimostrazione di “una probabile presenza a bordo, tra i migranti, degli scafisti responsabili del traffico”, come spiega l’Adnkronos. “Due scafisti che furono poi identificati e fermati”, ha concluso il leghista. Altro nodo quello politico: sugli accordi Ue insiste infatti la difesa dell’ex ministro dell’Interno. L’obiettivo, a detta di Salvini, era di spingere i paesi Ue a intervenire per la ricollocazione dei migranti. Trattenerli a mare, secondo lui, era esclusivamente finalizzato al risultato politico. Nella linea difensiva, infine, nessuna chiamata in correo di Conte. Nonostante il nome di questi sia citato più volte nella memoria di Salvini, che ha parlato di eventuale “responsabilità condivisa”. Leggi anche l’articolo —> M5S, di chi è il simbolo? Da Grillo a Casaleggio l’intreccio sulla proprietà