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Cardarelli non è un caso isolato: perché non si trovano medici per lavorare al Pronto soccorso

11/05/2022 14:11

Pronto soccorso al collasso, perché si parla di emergenza – Il caos partito dall’ospedale Cardarelli di Napoli, in cui le barelle con i malati sono accatastate le une accanto alle altre, non è isolato. È un fenomeno che purtroppo interessa tutto il Paese: accanto a Napoli anche Bologna e Milano, come rivela «La Repubblica», che ha raccolto le testimonianze di chi lavora ai nosocomi. “Qui a Bologna il problema i lunghi tempi d’attesa dipendono principalmente dalla carenza dei medici che lavorano nel settore dell’emergenza-urgenza e dal consistente numero di accessi al Pronto soccorso ormai vicino ai tempi pre Covid”, spiegano i vertici della sanità in Emilia Romagna. Una situazione simile si ha anche in Lombardia: in affanno il Sacco come pure il Fatebenefratelli.

Pronto Soccorso Cardarelli

Cardarelli non è un caso isolato: perché non si trovano medici per lavorare al Pronto soccorso

Mancano i medici, è un’emergenza seria quella dei pronto soccorso. Ma perché? Secondo quanto riferito da «La Repubblica» sono circa 600 i camici bianchi dell’emergenza e urgenza che nel 2022 hanno scelto di dimettersi, al ritmo di circa 100 al mese. Mancherebbero all’appello ben 4.200. “La somma dei fattori ha implementato il valore stimato delle carenze portandolo sempre più prossimo alle 5000 unità. Un problema sempre più grave che continua a non trovare proporzionata attenzione e interesse. Un disinteresse che incide molto sulle scelte dei professionisti rispetto al proprio futuro: se coloro che lasciano fossero raggruppati in team operativi corrisponderebbero a 4/5 centri di soccorso che non esisterebbero più. Cancellati, spariti”, ha spiegato Simeu (Società italiana medicina d’emergenza-urgenza), di cui è presidente il dottor Fabio De Iaco. Perché nessuno vuole lavorare al Pronto Soccorso del Cardarelli? “Perché è un posto molto critico, c’è un maggior carico di lavoro, maggiore esposizione dei medici alle aggressioni e alle cause per colpa. E quindi i medici tendono a trovare sistemazione in discipline che sono molto più tranquille, considerato che il valore economico è sempre lo stesso”, ha detto il direttore Giuseppe Longo al «Fanpage». 

pronto soccorso

Se ne parlerà al Congresso Nazionale Simeu

E quelli che lavorano al Pronto soccorso vogliono andarsene, i medici sono esausti: “Stiamo assistendo all’estinzione dei Pronto soccorso. La criticità legata all’organico viene amplificata dal carico di lavoro causato dal “boarding”, il fenomeno di prolungata permanenza dei pazienti e di sovraffollamento di barelle in dipartimento (causate dall’incapacità dei reparti di accogliere i malati per mancanza di letti) che da sole assorbono tempo ed energie dei professionisti, sottratte alla gestione delle emergenze”, ha aggiunto Simeu. E di tutto questo si parlerà al Congresso Nazionale Simeu “Navigando verso il futuro, consapevoli del proprio passato”, organizzato al Palacongressi di Riccione dal 13 al 15 maggio. Si approfondiranno i tanti nodi, i problemi da risolvere.

pronto soccorso Cardarelli

Pronto soccorso, mancano 4200 medici in tutta Italia

La sproporzione tra la domanda sanitaria e le risorse disponibili è palese: “Ci auguriamo di essere aiutati dai nostri pazienti in questa lotta alla sopravvivenza dei Pronto soccorso. Cittadini e operatori sono sullo stesso fronte della battaglia”, ha spiegato De Iaco. E ancora: “Il problema della carenza di organico è il più evidente. Ma l’aspetto dell’attesa di un ricovero in Pronto soccorso è il principale elemento di disaffezione verso questo lavoro. Siamo diventati i medici tuttologi, chiamati a fare ogni cosa. Dobbiamo gestire anche i pazienti per cui non abbiamo competenze. Tutto questo è insopportabile. Alla base di tutto abbiamo una lesione morale: continuiamo a fare ai pazienti ciò che non riteniamo giusto. E ciò dopo anni è pesantissimo”. Leggi anche l’articolo —> Possibile stop del gas russo, Europa lavora ad un piano: cosa può accadere in Italia