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Quarantena Covid, come funziona e quanto dura: cosa dice il Ministero della Salute

27/12/2021 17:00

Come funziona la quarantena Covid e quanto dura? Come bisogna comportarsi in caso di contatto con un positivo? Con le feste di Natale appena concluse e l’avvicinarsi della notte di San Silvestro aumenta la possibilità di essere stati contagiati. Le lunghe code alle farmacie e ai drive-in per sottoporsi ad un tampone per alcuni rappresentano un campanello d’allarme, che dovrebbe far capire che è tempo di modificare le regole sul Coronavirus in Italia. Al momento però il governo non corre ai ripari e mantiene le vecchie direttive. Le risposte su come comportarsi arrivano dalle Faq del Ministero della Salute. L’ultimo aggiornamento risale al 30 novembre scorso, ben prima dell’avvento della variante Omicron, che risulterebbe essere meno letale, ma più contagiosa.

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Quarantena Covid, come funziona e quanto dura: cosa dice il Ministero della Salute

Che cos’è il contact tracing (tracciamento dei contatti)? A cosa serve? Per contact tracing (tracciamento dei contatti) “si intende l’attività di ricerca e gestione dei contatti di un caso confermato COVID-19. Si tratta di un’azione di sanità pubblica essenziale per combattere l’epidemia in corso. Identificare e gestire i contatti dei casi confermati di COVID-19 permette di individuare e isolare rapidamente gli eventuali casi secondari e interrompere così la catena di trasmissione”.

Qual è invece la definizione di un contatto Covid? È una “qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato COVID-19 in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso. Se il caso non presenta sintomi, si definisce contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso”. 

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Contatto stretto chi è?

Sempre tra le Faq del Ministero della Salute viene chiarito chi è il contatto stretto (esposizione ad alto rischio). Vale a dire “una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19; ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano); che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati); una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti; una che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei. E ancora un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei; un individuo che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19.

Sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto. Gli operatori sanitari, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un’esposizione ad alto rischio”. 

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Contatto a basso rischio

Per contatto a basso rischio si intende invece “una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni: una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti; una che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di 15 minuti; un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19, provvisto di DPI raccomandati.

E ancora tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso COVID-19, ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso COVID-19, dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto che sono infatti classificati contatti ad alto rischio”. 

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Quarantena Covid, sorveglianza attiva e isolamento

Veniamo alla quarantena, alla sorveglianza attiva e all’isolamento. Che differenza c’è? “Quarantena e isolamento sono importanti misure di salute pubblica attuate per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione di SARS-CoV-2 e per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero. La quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso COVID-19, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi. L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da COVID-19 da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità. La sorveglianza attiva è una misura durante la quale l’operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza”. Per avere maggiori informazioni a riguardo il nostro invito è a visitare il sito ufficiale del Ministero della Salute. Cliccando qui, potrete leggere tutte le risposte alle Faq.

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Come comportarsi?

Come comportarsi? “Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 che non siano state identificate come casi da variante VOC Beta, possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni a partire dalla data di prelievo del tampone risultato positivo, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con esito negativo. 

Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 che non siano state identificate come casi da variante VOC Beta, possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un test molecolare o antigenico con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (non considerando le alterazioni dell’olfatto e del gusto). In caso di riscontro di ulteriore positività al test diagnostico eseguito dopo 10 giorni dalla comparsa dei sintomi o dal tampone risultato positivo negli asintomatici, è consigliabile ripetere il test dopo 7 giorni (17° giorno)”. Leggi anche l’articolo —> Covid, terapie intensive in Italia oltre la soglia critica: sono in media al 12% di occupazione