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Quarta dose di vaccino Covid, Speranza fa chiarezza: “Non sarà per tutti”

01/04/2022 12:01 - Aggiornamento 01/04/2022 12:04

“Voglio essere chiaro: quando si parla di quarta dose non si parla di quarta dose per tutti, ma solo per le fasce più fragili, che sono quelle che se incontrano il virus rischiano di pagare un prezzo più alto”, vale a dire gli immunodepressi, ma anche gli anziani. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista a ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio 1.

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Quarta dose di vaccino Covid, Speranza fa chiarezza: “Non sarà per tutti”

“La quarta dose in questo momento non è prevista per tutti. Non c’è nessun Paese del mondo che prevede la quarta dose per tutti”, ma “c’è una discussione in corso” sulle categorie alle quali andrebbe somministrata, ha precisato il ministro della Salute Roberto Speranza. “Io sto favorendo questa discussione soprattutto a livello europeo perché non ci siano decisioni divergenti tra i diversi Paesi europei su una quarta dose per la popolazione più fragile. E stiamo parlando non solo degli immunocompromessi, per cui la quarta dose si può già fare ed è già raccomandata e consigliata, ma anche per le persone più anziane. Ora, su cosa significa persone più anziane”, che siano quelle “sopra gli 80 anni, sopra i 70 o sopra i 75”, si valuterà. “Ci sono ipotesi diverse a cui ragionano diversi Paesi. Io ho chiesto alla Commissione europea di darci un’indicazione univoca perché non ha senso che a Berlino si dica 70 anni e a Parigi si dica 80. Come comunità europea abbiamo bisogno di fare una scelta condivisa”, ha sottolineato.

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Primo giorno dopo la fine dell’emergenza Covid, il ministro della salute: «La pandemia è ancora in corso»

Speranza ha poi ricordato che da oggi, primo giorno dopo la fine dell’emergenza Covid-19, “cambia semplicemente che la gestione della pandemia non sarà più di natura straordinaria, ma proviamo a portarla su binari di ordinarietà. E questo possiamo permettercelo perché abbiamo tassi di vaccinazione molto alti, abbiamo finalmente farmaci antivirali che sono piuttosto efficaci ed entriamo in una fase diversa. Ma dobbiamo farlo con i piedi per terra, perché la pandemia è ancora in corso. Non c’è un pulsante ‘off’ che magicamente viene premuto e la spegne definitivamente”. La pandemia resta, “è la modalità di gestione che cambia. Proviamo a gestirla con modalità ordinarie e questa è la grande novità che da oggi caratterizza questa fase. Ma piedi per terra perché la pandemia è ancora in corso. Sarebbe un errore pensare che con la fine dello stato d’emergenza ci mettiamo definitivamente alle spalle un virus che invece ancora circola e fa 150 morti al giorno”.

E sulle mascherine? “Al chiuso è obbligatoria in questo momento fino al 30 aprile. Come abbiamo sempre fatto”. Poi “valuteremo l’andamento epidemiologico e decideremo come comportarci. Ma io oggi dico che la mascherina è uno strumento ancora essenziale per contrastare il virus”, ha puntualizzato il ministro della Salute. Leggi anche l’articolo —> Green Pass, cosa cambia dal 1 aprile: quando non serve più