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La quarta ondata mette in ginocchio gli ospedali: interventi rinviati e andirivieni di ambulanze

19/01/2022 10:50 - Aggiornamento 19/01/2022 10:56

Quarta ondata Covid, la fotografia dei pronto soccorso di Italia è tutt’altro che rassicurante. I posti letto purtroppo sono insufficienti, non bastano per tutte le urgenze; le liste d’attesa per i pazienti affetti da patologie non urgenti sono infinite. I reparti sono in affanno, l’andirivieni di ambulanze ne è la prova più concreta. Anche se qualcuno si ostina a dire di no, è evidente che la quarta ondata Covid stia mandando in tilt la Sanità nel nostro Paese. Non solo al Sud, a macchia di leopardo ovunque. Ad incidere fortemente la carenza di personale e la riconversione dei posti letto.

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La quarta ondata Covid mette in ginocchio gli ospedali: interventi rinviati e andirivieni di ambulanze

«Questa quarta ondata per fortuna non è grave come la prima ma ha un impatto uguale sugli ospedali e sulla popolazione», ha raccontato Guido Coen Tirelli, primario di Otorinolaringoiatria al Sant’Eugenio di Roma e segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed del Lazio. E ancora: «in tutti gli ospedali pubblici romani si sono ridotte le attività per le patologie non urgenti, il personale infermieristico viene dirottato sulle vaccinazioni e sull’assistenza ai malati Covid». Secondo quanto rilevato dalla Fp Cgil di Roma e del Lazio, un dato riportato da «Il Fatto Quotidiano» “si sono registrati su base regionale picchi giornalieri anche di 50 ambulanze ferme più del dovuto all’ingresso degli ospedali, perché non potevano rilasciare i pazienti a causa del sovraffollamento”. In queste condizioni diventa difficile ogni cosa: gli interventi di routine persino.

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Tanti i fattori ad incidere

«È fisiologico che in questo momento la maggior parte del personale per le pulizie sia impiegato nei reparti Covid. Le aree Covid e i pronto soccorso li chiamiamo zone rosse, insieme alle sale operatorie: c’è da lavorare in continuazione, con ritmi e orari notevolmente intensificati, perché oltre alla pulizia ordinaria dobbiamo svolgere le sanificazioni. Tutto questo mentre il numero di persone impiegate e il monte ore richiesto è sempre lo stesso, se non addirittura diminuito come è stato proposto nella Asl Roma 5», ha spiegato Dhaou Yahyaoui della Filcams Cgil. Leggi anche l’articolo —> Cartabellotta: «La curva dei contagi rallenta. Omicron sottostimata, presto per far previsioni»

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