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“Bell’affare”. Corsa al Quirinale, ecco lo scenario peggiore per l’Italia (e Draghi)

11/12/2021 08:15 - Aggiornamento 11/12/2021 11:20

“Quando si elimina il rischio dalla propria vita non resta molto”, diceva Sigmund Freud. A memoria, non ricordo un’elezione del presidente della Repubblica tanto complicata. E non perché, come ha detto in un’intervista il senatore Mario Michele Giarrusso, ex M5S ora in Italexit, «i giocatori sono di una qualità scadente e quindi gli esiti sono imprevedibili». Ma semplicemente perché c’è di mezzo l’italiano più stimato all’estero, quello che gode di un credito pressoché illimitato nelle sedi che contano. C’è solo un’ipotesi peggiore della possibilità che Mario Draghi abbandoni Palazzo Chigi per andare al Quirinale, nel pieno della quarta ondata Covid e con il Pnrr ancora ai nastri di partenza. Ed è che non ci riesca, dopo essersi esposto, averci provato.

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“Bell’affare”. Corsa al Quirinale 2022, ecco lo scenario peggiore per l’Italia (e Draghi)

Lo scrivo non per piaggeria. Lo scenario agghiacciante è che, nel tentativo di proporsi per il Colle, Mario Draghi perda l’uno e l’altro. Ricordate la battuta di quel noto film di Billy Wilder, Double Indemnity (1944), tradotto con il titolo più bruttino La fiamma del peccato, con Fred MacMurray e Barbara Stanwyck? «Non ho avuto i soldi né la donna: bell’affare!», esclama l’assicuratore Walter Neff, che nello sforzo di avere denaro e amata, resta senza niente. Che sottintende il banalissimo proverbio «Chi troppo vuole nulla stringe». Nel caso di Draghi la questione è parecchio diversa: tanto per cominciare non c’è in ballo il destino di uno. Per riuscire nell’impresa di volare al Colle il premier ha bisogno di chiudere un maxi accordo politico con i partiti di maggioranza e individuare un degno sostituto che si faccia carico di portare a termine la legislatura.

mattarella draghi

Luna di miele dei partiti continua, ma fino a quando?

Che per alcuni potrebbe essere il ministro dell’Economia Daniele Franco; per altri quella della Giustizia Marta Cartabia, ambedue persone di fiducia dell’economista. Resta poi sempre in gioco la carta GG, ossia Giancarlo Giorgetti. «Io penso che Draghi stia facendo molto bene e se resta a Palazzo Chigi è positivo ma ne parleremo a gennaio», le parole del segretario del Pd Enrico Letta. Ad Atreju 2021 il leader dei Dem alla domanda “La maggioranza terrebbe senza Mario Draghi premier?” ha risposto in maniera piuttosto evasiva: «Non lo so se questa maggioranza andrebbe avanti dopo di lui. So che questa è una maggioranza molto difficile, fa fatica a stare insieme e se lo stiamo stati fin qui è stato per grande senso di responsabilità da parte di tutti». Che significa tutto e niente. Che vuol dire tra le righe: se la luna di miele dei partiti finisce non è colpa di nessuno. Per la serie: “C’abbiamo provato, non è andata”, come si dice al termine delle più belle storie d’amore.

Quirinale 2022

«Financial Times»: “Disordini e instabilità politica se Draghi si fa da parte come primo ministro”

A blindare Draghi a Palazzo Chigi non solo i partiti, ma anche il «Financial Times», che è intervenuto a gamba tesa sulle manovre del Quirinale: “La prospettiva che l’ex capo della BCE si faccia da parte come primo ministro fa rischiare il ritorno dell’instabilità politica”. Sullo stesso giornale si legge: “La prospettiva che Mario Draghi si dimetta da primo ministro italiano per assumere il ruolo di presidente minaccia di far piombare il paese nell’instabilità politica proprio mentre il governo intraprende ambiziose riforme strutturali e un piano di ripresa dal Coronavirus sostenuto da quasi 200 miliardi di euro di fondi UE”. Il banchiere centrale inchiodato e con lui il Paese stesso: perché il cambio di passo dell’esecutivo negli ultimi tempi è evidente.

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Quirinale 2022, Draghi e il sogno di chiudere in bellezza la sua carriera: celato sotto lo humour e il silenzio

Rispetto alle spinte decisionali dei primi mesi di governo, che hanno dato una sterzata all’economia e uno slancio alla campagna vaccinale (complice la scelta azzeccata del generale Figliuolo), Draghi si muove ora all’insegna della cautela. È più lezioso nelle scelte, come prova il tentennamento sulla proroga dello stato d’emergenza. Non che sia cosa facile, si intende. Il prolungamento comporterebbe un’esigenza normativa, vale a dire una modifica della legge attuale, che prevede che esso non possa durare più di 24 mesi. “Se il futuro di Draghi è al Quirinale lasciare Palazzo Chigi in pieno stato di emergenza conclamato dalla proroga rischia di risultare una nota stonata”, si legge su «Il Messaggero». 

Un altro timore del «Financial Times» è che un’elezione a maggioranza del capo dello Stato possa «provocare disordini politici anche se il banchiere rimanesse primo ministro». Che Mario Draghi è prezioso, ma non è un diamante, non è per sempre. L’han capito anche all’estero. Per questo l’eventuale interesse quirinalizio dell’ex governatore, finora coperto da un silenzio “che fa rumore”, come dice la canzone sanremese, ed esorcizzato con battute del tipo “Ma quale Aperol, per me solo Campari”, rischia di restare un semplice progetto non realizzato. Draghi, come nel romanzo «Il vecchio e il mare» di Ernest Hemingway – che è poi quello che Jill Biden ha regalato a Maria Serena Cappello in occasione del G20 a Roma – continua a non dirlo ad alta voce, “perché a dirle le cose belle non succedono”. 

draghi Quirinale

Giarrusso: «Se avesse davvero voluto andare al Quirinale non avrebbe dovuto diventare premier»

Per Giarrusso è stato Draghi stesso a mettersi in questa situazione: «Se avesse davvero voluto andare al Quirinale non avrebbe dovuto diventare premier. Draghi si è fatto conoscere, molti hanno capito chi è e come la pensa. Anche chi dice che è pronto a votarlo, in realtà, credo che non sia affatto disposto a farlo». Proprio perché gli Italiani hanno imparato a conoscerlo, non pochi auspicano che la sfrenata corsa al Colle non faccia inciampare il banchiere, facendogli perdere Palazzo Chigi. “Se Draghi ritiene o è stato indotto a ritenere che per lui possa essere una passeggiata, c’è da augurarsi che abbia fatto bene i conti. Ma se qualcuno nella maggioranza, al momento decisivo, pensa di sfilarsi, farebbe bene a dirlo subito chiaro e tondo, prima che il presidente del Consiglio si esponga in alcun modo, per essere poi eventualmente costretto a una tardiva marcia indietro, uscendone comunque indebolito”, scrive Francesco Cundari su «Linkiesta». 

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Quirinale 2022, Draghi: l’ipotesi peggiore è che il banchiere non ci riesca, dopo averci provato

Quel che ci si augura dunque cos’è? Che Draghi resti esattamente dov’è? Se dopo l’elezione del presidente della Repubblica (con uno che non è lui), si deve trovare il pretesto per far cadere il governo il girono dopo e andare al voto anticipato, anche no. Si spera che l’economista rimanga al servizio del Paese, come è stato finora. Insomma nelle stanze dei bottoni, per usare un’eloquente espressione di Pietro Nenni. Altrimenti, a febbraio, ci vedremo anche noi costretti a sussurrare: «Non abbiamo avuto Draghi al Quirinale né ora c’è più lui a Palazzo Chigi: bell’affare!». Leggi anche l’articolo —> “A Draghi hanno promesso il Quirinale, ho delle fonti interne”, Di Battista sgancia retroscena “bomba”

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(Foto Sito Ufficiale Palazzo Chigi)