Il mondo dello spettacolo in lutto per la morte di Raffaella Carrà, la regina della tv. Un ricordo speciale arriva da Renzo Arbore che in un’intervista concessa a “Leggo” ha fatto un ritratto meraviglioso della soubrette della Belle Epoque del piccolo schermo. Nel corso della sua chiacchierata lo showman ha parlato anche della relazione tra la Carrà e l’amico di lui, Gianni Boncompagni, e, di riflesso, di quando questi perse le staffe per la corte sfrenata di Silvio Berlusconi.
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Raffaella Carrà e la corte sfrenata di Berlusconi: quando fece arrabbiare Boncompagni
«È un momento tristissimo per chi l’ha amata e per chi ha amato la grande televisione. Abbiamo perso una colonna dello spettacolo, una protagonista della bella tv italiana. Ci lascia orfani, un lutto per tutti noi che abbiamo amato la tv più bella del mondo, quella italiana con Raffaella, Corrado, Mina, Luttazzi, Salce, Trapani, Falqui. Si chiude il sipario. Lo dico da spettatore e non da protagonista», ha esordito Renzo Arbore, ricordando la cara amica. L’84enne ha poi speso qualche parola sulla storia d’amore della Carrà con Boncompagni: «Io e Gianni lavoravamo in tandem e ci frequentavamo anche come amici. Spesso uscivamo in quattro con le nostre rispettive fidanzate, Raffaella e Mariangela. Siamo andati alla Bussola a sentire il concerto di Aretha Franklin. Ci piacevano molto le gite in campagna. Andavamo vicino ad Arezzo. Ricordo che a Bellaria, nella sua città, facemmo una festivalino. Lei interpretava a meraviglia lo spirito della romagnola, ballava, cantava, sempre allegra e divertente. La Romagna dovrebbe indire una settimana di lutto». Poi l’aneddoto su Berlusconi: «Ricordo che una volta Gianni andò su tutte le furie quando Raffaella accettò la corte di Silvio Berlusconi e della sua tv. Il motivo? Perché in casa arrivarono mille rose rosse e lui non sapeva dove metterle. Le piazzò nei corridoi, al bagno, vicino al portone, ovunque. Non ne poteva più di vedere rose ovunque».
«Tornai a casa e vidi un camion carico di azalee, erano accompagnate da un bigliettino…»
Di quella corte sfrenata (restringendola alla mera sfera professionale) che le fece il Cavaliere parlò la stessa Carrà: «Nel 1982 facevo Pronto, Raffaella e il dottor Berlusconi mi propose di fare lo stesso programma a Canale 5, gli dissi: Fra tre anni sarò pronta. Tornai a casa e vidi un camion carico di azalee, erano accompagnate da un bigliettino, sul quale c’era scritto: Spero non si dimentichi di me fino al prossimo incontro». Nel 1987 la showgirl passò alla Fininvest (oggi Mediaset) con un contratto miliardario della durata di due anni, realizzando il sogno dell’imprenditore. L’incanto però durò poco: la prima apparizione su Canale 5 fu il 27 dicembre 1987: venne trasmesso uno speciale dal titolo Benvenuta Raffaella. Nella primavera del 1989, Il principe azzurro, il secondo e ultimo programma condotto da lei, che nel ’90 tornò in Rai.
Nella tarda serata di ieri Silvio Berlusconi ha ricordato l’anti diva per eccellenza: «Raffaella Carrà è stata uno dei simboli della televisione italiana, forse il personaggio più amato. Mancherà a milioni di telespettatori che l’hanno amata per il suo stile e a tutti quelli che, come me, hanno avuto l’opportunità di conoscerla e di lavorarci assieme. Io le ho voluto molto bene. Con i suoi programmi ha saputo parlare a generazioni molto diverse, avendo la capacità di rimanere sempre al passo coi tempi e senza mai scadere in volgarità. Ciao Raffaella». Leggi anche l’articolo —> Raffaella Carrà irriconoscibile nel film di Monicelli: prima del caschetto biondo [FOTO]