Reddito di cittadinanza 2021, resterà così com’è? Difficile crederlo. La stessa sindaca grillina di Roma Virginia Raggi ospite ad “In Onda” ha detto: «Ha salvato dalla povertà milioni di persone, ma va corretto: mancano i controlli, è una misura per chi è più fragile, non per chi è più furbo». A favore dell’assistenzialismo il Pd, M5s e Leu; tra i contrari invece Italia Viva che si prepara ad un referendum per l’abolizione del cavallo di battaglia dei pentastellati. Su “Il Giornale” l’intervista di Francesco Boezi all’onorevole Luigi Marattin, al fianco di Matteo Renzi nella raccolta firme.
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Reddito di cittadinanza, Marattin (IV): «Così vogliamo abolirlo»
Italia Viva impegnata ad abolire il reddito di cittadinanza: «Ci aspettiamo l’adesione di chiunque abbia a cuore la cultura del lavoro, integrata dal sacrosanto sostegno per chi rimane indietro, e non dell’assistenzialismo. Ce ne sono tanti, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, ammesso che siano queste, e non altre, le categorie attorno a cui ricomporre il quadro politico e una sana competizione elettorale», ha detto Luigi Marattin. L’onorevole, classe 1979, ha spiegato cosa non va nel RdC: «La parte sussidio non funziona bene perché non tiene conto delle differenze di potere d’acquisto lungo il territorio nazionale e della numerosità del nucleo familiare; inoltre, non coinvolgendo i comuni, non c’è un approccio dinamico verso l’uscita dalla povertà, che è un concerto multidimensionale. Non funziona neanche l’obiettivo di aiutare i working poor, perché disincentiva i lavoratori non-qualificati ad offrirsi sul mercato del lavoro».
Feroce il commento sui navigator: «Un disastro assoluto, certificato dalla fantozziana vicenda di Mimmo Parisi, una delle nomine più assurde della storia della Repubblica. I dati ufficiali dimostrano che solo poco più dell’1% dei beneficiari totali del Rdc (il 3,8% di chi è tenuto alla stipula del patto per il lavoro) ha trovato un lavoro a tempo indeterminato», ha sottolineato Marattin.
«Togliamo la parte sulle politiche attive, rendiamo il lavoro competenza statale e riformiamo il sistema incentrandolo sull’assegno di ricollocazione»
Nell’intervista a “Il Giornale” Luigi Marattin ha spiegato quali le modifiche che ha in mente Iv: «Togliamo la parte sulle politiche attive, rendiamo il lavoro competenza statale e riformiamo il sistema incentrandolo sull’assegno di ricollocazione. Togliamo la parte sui working poor, e sostituiamola con l’imposta negativa, in modo da incentivare l’offerta di lavoro (“più lavori più ti aiuto”). E rifacciamo la parte sussidio, legandola alle differenze territoriali, alla commissione del nucleo familiare e coinvolgendo i comuni». Leggi anche l’articolo —> Reddito di cittadinanza, come potrebbe cambiare: le ipotesi sulla scrivania di Draghi