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Renzi attacca l’ex premier Conte: «Non può diventare leader dei Riformisti», poi l’affondo al Pd

15/02/2021 16:53 - Aggiornamento 15/02/2021 16:56

«Giuseppe Conte è stato il leader che ha firmato i decreti Salvini sull’immigrazione, che ha affermato il sovranismo davanti all’Assemblea Generale dell’Onu, che si è posto in scia di Trump alla Casa Bianca, si è detto populista davanti ai giovani della scuola di formazione della Lega, che ha equiparato il garantismo al giustizialismo». Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi in una lettera pubblicata su “La Stampa”. Un attacco forte all’ex presidente del Consiglio e agli ex alleati del Partito Democratico.

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Renzi conte

Renzi Conte la lettera su “La Stampa”, il leader di Iv: «Non può diventare leader dei Riformisti», poi l’affondo al Pd

«La conclusione della crisi di Governo ci aiuta nel cogliere il disagio del gruppo dirigente della sinistra davanti alle sfide della contemporaneità. La sinistra di oggi – quella che si riconosce nel neonato fronte Pd, Cinque Stelle, Leu – ha scelto come proprio leader senza il passaggio delle primarie. Ha incoronato Conte non con una consultazione tra i militanti ma definendolo sui media “il più popolare” trasferendo la legittimazione dai gazebo ai sondaggi. Questa svolta, strutturale, parte dall’assurdo presupposto per il quale al populismo si risponde con la popolarità, mentre invece per quelli come me al populismo si può rispondere solo con la Politica, con la p maiuscola», ha scritto nella lettera pubblicata su “La Stampa” Matteo Renzi.

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«Il PD appare più come un puzzle di correnti che non come una vera e propria casa del riformismo»

Il leader di Italia Viva non ha risparmiato un affondo gli ex alleati di governo. «Il PD appare più come un puzzle di correnti che non come una vera e propria casa del riformismo. E lo dico con l’amarezza di chi ha lasciato la comunità dalla quale era stato eletto due volte alla guida con il 70% (dei consensi, non dei sondaggi) proprio perché non poteva accettare una deriva populista l’idea di legarsi mani e piedi al carro del Movimento Cinque Stelle e alla leadership personale dell’ex premier Conte», ha scritto l’ex sindaco di Firenze, che ancora una volta si è detto pro Draghi.

«Mi auguro che, una volta diradata la nebbia del rancore per una crisi dove il PD ha seguito una strategia talmente sottile da sembrare inesistente, in quella comunità politica si provi ad assumersi la responsabilità di dare al Paese una nuova speranza», ha proseguito il leader di Italia Viva. Poi la chiosa: «Se invece si salderà in modo definitivo l’alleanza con Cinque Stelle e Leu e il PD diventerà la sesta stella del grillismo questo aprirà un’autostrada a chi come Italia Viva ambisce a costruire una casa dei riformisti solida e solidale. Il tempo ci dirà chi ha ragione», ha concluso Renzi. Leggi anche l’articolo —> “Ministri, sobrietà”, il memento di Draghi portavoce di se stesso: metà governo senza i social

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