«D’Alema mi ha sempre fatto la guerra da dentro e da fuori. Quando ho guidato il Pd abbiamo preso il 40%, governato 17 regioni su 20 e scritto pagine importanti sui diritti, per abbassare le tasse, sul lavoro e sull’impresa con Industria 4.0. Con noi la classe operaia ha ricevuto più soldi, non solo con gli 80 euro. Per uno come D’Alema tutto ciò è una malattia. La ricetta del Dottor D’Alema, chiamiamolo così, è di avere il 20%, stare all’opposizione in larga parte delle regioni, fare convegni sui diritti senza approvare alcuna riforma, fare scioperi sul lavoro e scommettere sui sussidi di cittadinanza. Sono due visioni opposte della vita e della politica. Se i Dem di oggi pensano che il renzismo sia la malattia e D’Alema sia la cura sono contento per loro e faccio molti fervidi auguri. È il motivo per cui non sono più nel Pd: io credo nel riformismo, loro nel dalemismo». Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi in un’intervista concessa stamani a «Il Messaggero».
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Corsa al Quirinale nel vivo, Renzi: “Per Pd io la malattia e D’Alema la cura? Fervidi auguri”
«D’Alema e il Quirinale hanno storicamente un rapporto complicato. I candidati che D’Alema appoggia vengono puntualmente bruciati dalle visioni di questo statista pugliese che ha una strategia talmente raffinata da fallire puntualmente. In tanti debbono a D’Alema la propria bocciatura: nel 2015 D’Alema appoggiava Amato, nel 2013 Marini, nel 2006 appoggiava se stesso, nel 1999 un candidato dell’allora Ppi. Chiunque sia il candidato di D’Alema perde: non è scaramanzia, ma statistica», ha aggiunto Renzi. Parlando sempre della corsa al Colle l’ex premier non ha potuto fare a meno di tirare una stoccata al leader del M5s: «Quando Conte, capo del partito con più parlamentari dice: “Che bello eleggere una donna” senza fare proposte o identikit capisci che quello non è un capo e che quel partito non ha futuro. Dire “mi piacerebbe una donna al colle” ha lo stesso valore politico di dire “non ci sono più le mezze stagioni”. O anche “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. La politica è capacità di condividere e di condizionare, non ripetere frasi fatte da bar dello sport». La guida di Iv ha poi sottolineato: «Quanto a me, non ho l’ambizione di fare il king maker. L’ho fatto più volte in passato e dunque conosco la forza dei numeri: per cui so che non sarò io a dare le carte. Ma posso dare una mano e lo farò nell’interesse del Paese».
Il leader di Iv: «Fatico a capire il disegno di Letta»
Frecciatine al Partito Democratico a non finire: «Fatico a capire il disegno di Letta. Prima ha rotto con noi attribuendo a Italia viva il fallimento sullo Zan che invece è stato un clamoroso autogol del nuovo Pd. Poi ha scommesso sul rapporto con la Meloni che ha risposto annunciando il voto per Berlusconi. Infine non si è accorto che Conte e Di Maio stanno litigando per capire chi sceglierà i pochi posti rimasti ai 5Stelle alle prossime elezioni. E in questa battaglia campale entrambi flirtano segretamente con Salvini lasciando Letta solo. Alla ripresa i Gruppi parlamentari del Pd composti da gente che conosce la politica aiuteranno il segretario a uscire dall’isolamento in cui si è cacciato. Altrimenti, per la prima volta il Pd sarà ininfluente rispetto alla scelta dell’inquilino del Colle», ha dichiarato il leader di Italia Viva. Sempre a proposito della corsa al Quirinale Renzi ha detto: «Draghi presidente e Franco a Palazzo Chigi? Non vedo questo scenario». Sull’ipotesi di un bis di Mattarella l’ex sindaco di Forze ha dichiarato: «Non ha proprio mai aperto all’ipotesi. Chi lo conosce sa che non ha mai preso in considerazione la rielezione. Le veline sul bis provenivano da qualche suo collaboratore e da qualche parlamentare. Ma non è mai esistita questa possibilità». Leggi anche l’articolo —> Quirinale, ora che Mattarella è fuori dai giochi la “carta” Draghi fa tremare il Pd: Salvini potrebbe defilarsi | Retroscena