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Reparto Covid, sfogo choc di una specializzanda: «È solo rinviato l’inizio di sei mesi di morte»

26/10/2020 18:47 - Aggiornamento 26/10/2020 18:48

Sui social l’appello sentito di una specializzanda che lavora in un reparto covid. Si chiama Lucilla Crudele, lavora al Policlinico di Bari. Esasperata dalla difficile situazione, non così lontana da quella di marzo, la giovane si è lasciata andare ad un lungo sfogo sul suo profilo Facebook. Giorni di trincea per medici e operatori sanitari chiamati ancora una volta a combattere il virus.

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reparto covid

Reparto Covid, sfogo choc di una specializzanda: «È solo rinviato l’inizio di sei mesi di morte»

«Io li ho visti. In questi giorni, non a marzo. I giovani sani, non gli anziani superobesi», tuona la specializzanda. «Le signore con la manicure fatta e la piega in ordine, non quelle trasandate di cui pensi che magari sono disattente a loro stesse. Io li ho visti. I figli terrorizzati. Le mamme positive in ospedale con i bambini a casa. I ricoverati a cui nessuno può portare i cambi della biancheria perché tutta la famiglia è in quarantena. E le ho ascoltate le videochiamate che abbiamo ricominciato a fare. Li ho visti e fuori fa ancora caldo, possiamo far cambiare aria alle stanze e prendere il caffè all’aperto. Cosa sarà di noi fra 15 giorni? Perché io li ho già visti i 118isti stremati, i colleghi in burnout e gli infermieri a pezzi», ha proseguito la giovane.

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«La prospettiva è la guerriglia fuori dagli ospedali per un posto letto»

«La prospettiva è la guerriglia fuori dagli ospedali per un posto letto. Perché intanto chi doveva decidere, programmare, prevenire e risolvere ha pensato bene di sminuire, smentire, rassicurare senza alcun fondamento, visto che anche ad agosto c’erano i positivi in giro, ma la campagna elettorale era più importante», si legge sempre nel post. Poi l’affondo finale: «Smettiamola di dire che 15 giorni di #lockdown restrizioni dure sono la fine della nostra economia perché nel caso stiamo solo rinviando di qualche giorno l’inizio di sei mesi di morte, crisi irreversibile (che non si basa solo sul vostro pareggio di cassa) e disordini sociali. Quelli veri, non quelli programmati dalla camorra. E nel mentre, tutti complottisti con i morti degli altri. A ‘sto giro, gli altri siamo noi». Leggi anche l’articolo —> Il nuovo Dpcm non basta, l’allarme dei medici: “Pressione insostenibile”