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Bombardieri (Uil): “Contrapposizione ristoratori-lavoratori dipendenti? Una scelta degli editori collegati alla politica”

22/04/2021 15:33 - Aggiornamento 22/04/2021 15:41

Riaperture 26 aprile, “c’è una scelta degli editori collegati alla politica che tende a rappresentare una contrapposizione tra commercianti-ristoratori e quelli che invece vengono definiti lavoratori più tutelati”. Sono parole forti quelle utilizzate da Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, ai microfoni di Radio Cusano Campus. Il numero uno del terzo sindacato italiano ha affrontato il tema della crisi economica, dei lavoratori (dipendenti e non) in grande difficoltà e delle aziende che nonostante questa hanno aumentato i propri profitti. (continua a leggere dopo la foto)

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Riaperture 26 aprile, Bombardieri (Uil) punta il dito contro gli editori collegati alla politica

Il segretario della Uil affronta il tema delle proteste dei ristoratori a seguito delle restrizioni causate dalla pandemia e decise ad oltranza (fino al prossimo 26 aprile) dal governo. “C’è una scelta degli editori collegati alla politica che tende a rappresentare in modo classico una contrapposizione tra commercianti-ristoratori e quelli che invece vengono definiti lavoratori più tutelati”, ha affermato Bombardieri.

“I ristoratori hanno ragione, ma la pandemia ha colpito tutti: gli anziani, i giovani. Si mettono in contrapposizione quelli di #ioapro con i lavoratori dipendenti, parliamo di lavoratori che hanno fatto funzionare questo Paese e che vivono grandi difficoltà”, incalza il segretario Uil. “Perché hanno lavorato, hanno spesso coperto la mancanza di dpi e a volte ci hanno rimesso la vita”.

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“Una tassa sugli extra profitti delle aziende che hanno guadagnato tantissimo grazie alla pandemia”

“Noi abbiamo fatto una proposta, nelle ultime settimane abbiamo proposto una tassa sugli extra profitti delle aziende che hanno guadagnato tantissimo proprio per la pandemia”, ricorda Bombardieri. “Quelle risorse andrebbero redistribuite per aiutare chi è più in difficoltà. Di questo però abbiamo grandi difficoltà anche a discuterne. In Italia abbiamo i liberisti che sono come i più realisti del re”.

“Noi abbiamo grandi aziende che operano magari sul web che hanno registrato incrementi che redistribuiscono ai loro soci e non pagano tasse perché hanno la sede nei paradisi fiscali. Persino Bezos (il fondatore e Ceo di Amazon, ndr) ha detto: in effetti abbiamo guadagnato tanto, è giusto che paghi qualcosa di più. Però se ne parliamo in Italia ti senti rispondere: basta, il carico fiscale è già insopportabile”.

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