Entro qualche giorno le regole entrate in vigore lo scorso 26 aprile sulle riaperture dovrebbero essere modificate. Dal coprifuoco alle altre misure, il governo Draghi discuterà di come affrontare la ripartenza “in sicurezza”. Fondamentale per far girare l’economia, soprattutto in questi mesi estivi, sarà convincere i turisti stranieri a visitare il nostro territorio. Ma non solo: la data chiave è quella del 14 maggio. Vediamo perché.
Riaperture, il tema del coprifuoco rimane un nodo difficile da sciogliere
Il monitoraggio in arrivo il prossimo venerdì, quindi il 14 maggio, sarà decisivo per definire il calendario delle riaperture in Italia. Se dovesse confermare la costante discesa della curva epidemiologica, allora già dal giorno successivo dovrebbe cadere l’obbligo di quarantena per chi rientra dall’estero, e dal 17 maggio dovrebbe slittare il coprifuoco. Quest’ultimo è sicuramente uno dei temi che più sta facendo discutere il governo. Stando al nuovo iter delle riaperture anticipate, il coprifuoco dovrebbe essere eliminato a partire dal 21 giugno. Questo significherebbe anche dare maggiore spazio di manovra ai locali pubblici, oggi costretti a far alzare ogni cliente entro le 22. La Lega spinge per cancellarlo già a partire da lunedì, ma difficilmente verrà accontentata: “Anche oggi 17.394 guariti e 532 dimessi dagli ospedali, di cui 42 dalle terapie intensive. Questa settimana chi potrà dire no a #riaperture e #nocoprifuoco?”, ha scritto su Twitter Matteo Salvini.
Nonostante questo, però, i più invitano ancora alla disciplina e al rigore. Così come al governo sanno che il Premier si deve destreggiare tra l’emergenza sanitaria e quella economica. Proprio per questo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sta lavorando a un accordo in Europa con gli altri Paesi del G7, per incentivare il turismo estivo nella Penisola. L’ultima parola sulle riaperture accelerate o meno, poi, sarà però del Premier Mario Draghi. Intanto, arriva anche pressione da parte delle regioni per cambiare i criteri di valutazione delle fasce di colore, per allargarli e riuscire a rimanere il più possibile in zona gialla. In particolare, nel mirino c’è l’indice Rt. Al momento, infatti, toccando l’1 si entra automaticamente in fascia arancione.
L’ipotesi più probabile, tuttavia, è quella di lasciare invariate le soglie, ma agevolare le regioni a rischio che hanno un maggior numero di vaccinati, soprattutto tra gli over 70. Se così dovesse essere, venerdì tutto il Paese potrebbe essere zona gialla.
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Riaperture, il green pass europeo e i bar
Tra le altre cose su cui si sta lavorando, poi, c’è sicuramente la questione della quarantena per chi arriva in Italia. I ministri Di Maio e Speranza, infatti, stanno ragionando sulla possibilità di cancellare l’obbligo di isolamento a partire dal 15 maggio. In questo modo, chi arriva dai Paesi membri dell’Unione europea, dal Regno Unito e da Israele non dovrà rimanere cinque giorni in quarantena. Una volta arrivati, infatti, dovrebbe essere sufficiente un certificato che attesti di essere stati vaccinati, guariti dal Covid o di aver effettuato un tampone con esito negativo nelle 48 ore. Praticamente un “Green pass” europeo, e non solo. Questo, sicuramente, agevolerebbe il turismo nel nostro Paese. Dal 15 giugno, poi, lo stesso metodo dovrebbe essere utilizzato anche dagli altri Stati che avranno un’alta percentuale di persone immunizzate.
Il tutto dovrebbe essere ufficializzato durante la riunione del G7 Salute del 3 giugno. Al momento, pare che l’ipotesi più concreta sia quella di fissare la soglia al 65% dei vaccinati.
C’è poi, più in generale, il tema delle riaperture dei locali che dispongono solo di spazi al chiuso. La loro data dovrebbe essere il 1 giugno, anche se si manterrà l’obbligo di stare seduti al tavolo. Una misura che penalizza sensibilmente i bar, visto che non è previsto che si possa effettuare la consumazione al banco. Proprio per questo motivo dal 1 giugno, o forse prima, si potrebbe consentire l’accesso libero ai bar, sempre mantenendo però le distanze di sicurezza e indossando la mascherina quando non si sta mangiando o bevendo.
Le palestre e i matrimoni
Il 1 giugno dovrebbe essere anche la data di riaperture delle palestre. Mentre un po’ prima, il 15 maggio, quella delle piscine all’aperto. Per quanto riguarda quelle al chiuso, ancora invece non si sa niente, nonostante le ingenti perdite per i circoli sportivi e le strutture. Quello che sta rallentando di più la ripartenza è l’utilizzo delle docce, che tuttavia si sta pensando di superare con ingrati limitati negli spogliatoi e con l’obbligo di panificazione dei locali dopo l’utilizzo da parte di ogni atleta. Un’altra richiesta che è arrivata a Palazzo Chigi porta il nome dei centri commerciali, che chiedono a gran voce di poter tornare a lavorare nei fine settimana, nei giorni festivi e nei prefestivi. Sarà la cabina di regia a stabilire la data, ma non è escluso che possa essere il 22 maggio.
Infine, c’è il tema dei matrimoni, uno dei grandi dimenticati di questi mesi. Le linee guida ora sono state messe a punto, e sono piuttosto rigide. E’ arrivato il via libera da parte della Conferenza delle Regioni, così ora si domanda al governo di autorizzare i festeggiamenti dopo il parere favorevole del Comitato tecnico scientifico. >> Tutte le notizie di UrbanPost