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Draghi fa di testa sua sulle riaperture, tensioni nel Cts: Speranza ci mette una “toppa” | Retroscena

09/10/2021 13:27 - Aggiornamento 09/10/2021 14:51

Riaperture discoteche, cinema e teatri. Draghi sente il parere del Cts, ma poi decide di testa sua di allentare le misure. Da lunedì 11 ottobre, infatti, come stabilisce il nuovo decreto approvato dal governo, si torna alla piena capienza (100%) per i luoghi di cultura, come cinema, teatri e musei. Per le discoteche, chiuse da oltre un anno, la platea è al 50% al chiuso e al 75% all’aperto; lo sport 60% al chiuso e 75% all’aperto. «Per merito dei vaccini la pandemia è sotto controllo, la fine è in vista. La cooperazione tra governi e imprese ha dimostrato di poter salvare vite umane», ha affermato raggiante il presidente del Consiglio Draghi, intervenendo all’International business summit B20. «Dobbiamo affrontare il protezionismo sui prodotti sanitari, è essenziale per assicurarci gli strumenti per combattere questa pandemia e prevenirne di future», ha aggiunto.

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Draghi fa di testa sua sulle riaperture, tensioni nel Cts: Speranza ci mette una “toppa” | Retroscena

Entusiasmo anche da parte del capo dello Stato Sergio Mattarella, che alla terza edizione della Conferenza ministeriale Italia-Africa ha detto: «Ci stiamo lasciando alle spalle il periodo più buio. Molto resta da fare. Nessuno può dire di esser fuori dall’emergenza fin quando non ne saremo tutti fuori. Ciò vale soprattutto per l’Africa e l’Europa, che costituiscono un’unica regione unita, piuttosto che separata, dal Mediterraneo». Ma siamo davvero “alla fine della fiera”? I dati incoraggianti del report illustrato da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, sembrano dire di sì: l’Rt è fermo a 0,83, cioè «sotto la soglia epidemica». L’incidenza del virus è calata a 34 casi settimanali per centomila abitanti contro i 37 per centomila di 7 giorni fa. L’effetto scuola, a differenza dello scorso anno, neppure c’è stato. Ed è di ieri sera la circolare del Ministero della Salute, stesa dopo le ultime disposizioni dell’Aifa, che annuncia l’ok a somministrare la terza dose di vaccino anti Covid agli over 60 e a tutte le persone con fragilità, «affetti da patologie o situazioni di compromissione immunologica». Insomma, Draghi sembra avere il vento a favore: l’Italia da oggi è tutta in zona bianca, promossa anche la Sicilia.

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Non è la prima volta: in primavera, il presidente del Consiglio parlò di “rischio ragionato”

Qualcosa però preoccupa il presidente del Consiglio. Sono gli 8,4 milioni di italiani che di dosi non ne hanno ancora avuta ancora nemmeno una. C’è ansia soprattutto per i 229.844 over 80, i 483.149 tra i 70 e i 79 anni, gli 839.670 60-69enni, il milione e 435.196 tra i 50 e i 59 anni. Neppure questi dati però hanno spinto Mario Draghi a seguire alla lettera le indicazioni del Cts sulle riaperture. Con l’80% della popolazione vaccinata il premier ha deliberato di tenere aperto di più: 100 per cento di capienza al cinema, 75 per cento negli stadi, 50 per cento nelle discoteche.

Ci si avvicina alla normalità, che però non è un “libera tutti”. Tant’è che i dispositivi anti contagio vanno comunque seguiti, come pure resta fermo l’obbligo del Green Pass per entrare in luoghi come sale da ballo, cinema e stadi. Non è la prima volta che l’economista assume su di sé la responsabilità politica delle riaperture, andando contro l’opinione di virologi ed epidemiologi. Alla fine della primavera scorsa Draghi decise sostanzialmente che era ora di uscire dalla paralisi di quel semi lockdown che ci aveva relegati in casa di nuovo. Il presidente del Consiglio parlò allora di «rischio ragionato» e andò bene. Funzionò come strategia.

Roberto speranza

Riaperture Draghi tira dritto, malumori nel Cts. Speranza: «Si è mosso solo di qualche punto…»

Oggi ad ottobre la storia si ripete e ci si augura che il vento continui ad essere a favore. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, il rigorista per eccellenza del governo Draghi, non ha taciuto i suoi timori: «Nessuno nel mondo dice che ne siamo fuori, la lotta al virus è ancora una partita aperta e delicata». Ed è stato lui, come scrive “Il Corriere della Sera” a ridurre al minimo i malumori degli esperti del Cts, che pare non abbiano gradito affatto di essere stati inascoltati sul tema delle riaperture. «Draghi si è mosso di qualche punto percentuale rispetto al Cts, ma siamo ancora dentro un percorso di gradualità», ha detto Speranza, nel tentativo di “limitare” i danni.

Ad appesantire le tensioni l’idea che dietro la decisione “azzardata” di Draghi ci sia la volontà di non scontentare la sua ampia maggioranza. Se volessimo dare una sfumatura politica ad ogni scelta presa, potremmo dire che quella delle discoteche è da attribuirsi alle pressioni di Salvini; quella dei teatri e cinema a Franceschini; quella degli stadi alla Vezzali. In verità, però, tutti sono dalla parte del premier, anche i governatori: dal leghista Massimiliano Fedriga al dem Nicola Zingaretti. Al di là delle questioni di partito, la considerazione non può che essere una sola: perché il Paese stia bene, si riprenda anche economicamente, è necessario riaprire, tornare alla vita. Il che, ovvio, comporta qualche pericolo. Per timore però che si crei il caos il premier ha stabilito di inasprire le misure per i trasgressori. Staremo a vedere… Leggi anche l’articolo —> Riapertura discoteche e capienza, cosa dice il nuovo decreto: misure e sanzioni

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