Nella giornata di ieri, martedì 12 ottobre 2021, al tribunale civile di Roma si è tenuta la prima udienza del ricorso presentato da oltre 100 aziende della ristorazione aderenti a «Tni – Tutela Nazionale Imprese ristoratori Toscana» contro il governo Conte per i danni causati dal lockdown e dai dpcm, con cui sono state chiuse le attività per 160 giorni nel 2020. Quello stesso gruppo aveva presidiato ad oltranza piazza Montecitorio a Roma per difendere i propri diritti.
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Ristoratori fanno causa al governo Conte per danno lockdown e dpcm
L’azione collettiva è stata presentata il 22 febbraio 2021 dai legali di Tni Italia, gli avvocati Gaetano Viciconte e Fabio Cappelletti, entrambi del Foro di Firenze. L’obiettivo chiedere un accertamento del diritto dei ristoratori per ottenere un indennizzo. Si è consapevoli dello stato d’emergenza, delle difficoltà dell’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma i ristoratori sono dell’avviso che gli aiuti (mediamente il 5% del fatturato annuo) non siano stati affatto giusti. Ossia “congrui alla sostenibilità delle imprese. E ampiamente inferiori a quelli riconosciuti da altre nazioni europee, quali Germania e Inghilterra, dove si è coperto circa l’80% del fatturato”, come chiarisce “Today”, che riporta la notizia. Il tribunale ha accolto il ricorso, ora bisognerà seguire gli sviluppi.
Spiega Tni: «I danni sono dovuti all’impossibilità di esercitare l’attività per effetto dei provvedimenti normativi che si sono susseguiti nel corso di tutta la pandemia». Uno dei portavoce di Tni, Pasquale Naccari a “Il Secolo XIX” ha dichiarato: «Gli aiuti sono stati briciole fino ad ora. Coprono al massimo il 4% del fatturato mensile. Siamo stanchi delle promesse, vogliamo fatti».
“Gli indennizzi inadeguati”
“Today” ha sentito anche l’altro portavoce, Raffaele Madeo: «Gli indennizzi ricevuti per le nostre attività chiuse nel 2020 e nei primi mesi 2021 sono briciole. Abbiamo assistito ad una serie di promesse non mantenute, non solo dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che abbiamo incontrato a Palazzo Chigi, ma anche dal governo Mario Draghi, che purtroppo non siamo ancora riusciti ad incontrare. Abbiamo preparato un documento che presenteremo e che illustra in dettaglio il lungo elenco di inadempienze. Tra queste il fondo per il sostegno alle attività economiche rimaste chiuse nei primi cinque mesi 2021 che ancora non è stato approvato. E le modalità di richiesta del terzo contributo a fondo perduto, che ancora non sono state stabilite. È urgente la proroga della cassa integrazione, che per molte aziende scadrà a metà ottobre. In concomitanza con l’introduzione dell’obbligo di green pass. In caso contrario, infatti, scoppierà un dramma sociale perché siamo ancora nella fase di emergenza economica». Leggi anche l’articolo —> Draghi firma dpcm Green Pass per la Pa: le linee guida, tutte le novità