«Come diceva Charlie Chaplin, preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro», così Rita Pavone risponde alle critiche di chi non gradisce la sua partecipazione al Festival di Sanremo. Chiamata in extremis da Amadeus tra i big, a 48 anni dalla sua ultima performance, la cantante è al settimo cielo: gli attacchi per le sue posizioni pro Matteo Salvini non la toccano.
Rita Pavone: «Matteo Salvini mi difende? Gli dico ‘grazie’ come lo dicevo a Palmiro Togliatti»
«Ho 74 anni, ma la mia voce non l’ha ancora capito. Se non mi guardo allo specchio non me lo ricordo neanche io. E dato che il tempo non si è accorto dell’errore, io vado per la mia strada. L’età anagrafica è solo per la carta d’identità e tutti hanno diritto di dimostrare le loro capacità», ha detto all’ANSA l’artista, che si presenta all’Ariston col brano Niente (Resilienza ’74): «È una gran bella canzone, un vestito cucito addosso me, grintosa e vitale. Non vado lì per vincere, ma per far scoprire una Rita Pavone che non è più quella del Geghegè, ma che sa dare ancora energia». Raggiunta da Il Corriere della sera Rita Pavone, di recente nella bufera per le sue posizioni sovraniste, ha voluto chiarire: «All’inizio del mio rapporto con i social non capivo perché i miei colleghi non prendessero posizione su questioni importanti. Ora ci sono arrivata: sono più dritti di me. Esprimi un’opinione semplice e ti vengono addosso. Ho preso atto di quello che succedeva e ho smesso di scrivere. Metto foto di cani, fiori, tramonti… E ho anche smesso di leggere. Sono diventata come le scimmiette: non vedo, non sento, non parlo».
«Mi preoccupo del mio paese anche se non ci vivo… Se questo è essere sovranisti…»
Nella stessa intervista Rita Pavone ha dichiarato: «Le critiche erano un rischio calcolato. Matteo Salvini mi difende? Gli dico ‘grazie’ come lo dicevo a Palmiro Togliatti che parlava sempre bene di me». Non si sente sovranista: «Mi definisco liberale. Guardo le cose, non il partito cui appartiene chi le dice. Sono profondamente italiana: vivo in Svizzera, come Mina, De Benedetti o Tina Turner, e ho il doppio passaporto, ma le mie radici sono in Italia. Mi preoccupo del mio Paese anche se non ci vivo. Se questo è essere sovranisti… per me è essere attaccati al proprio Paese. I mie genitori sono sepolti in Italia, sono legata alla mia città, Torino, e tifo Juventus», ha affermato Rita Pavone, che è seccata soprattutto da una delle tante cattiverie che girano sul web: molti sostengono che il suo ritorno a Sanremo arrivi non in un momento qualsiasi, ma quando la Lega pare avere un peso decisivo in Rai. «Il “come mai proprio quest’anno?” mi dà fastidio. Se fosse così sarei in televisione tutti i giorni. Visto che non lo sono o quei santi protettori non valgono una cicca o non esistono proprio», ha concluso amaramente la cantante e moglie di Teddy Reno.