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Roberta Siragusa arsa viva? Il fidanzato presunto killer tenta di appiccare un incendio in carcere

04/02/2021 17:34 - Aggiornamento 04/02/2021 19:15

Omicidio Roberta Siragusa: il presunto assassino della 17enne di Caccamo ha cercato di appiccare un incendio in carcere. Pietro Morreale è detenuto presso il carcere Pagliarelli di Palermo, nel reparto di degenza psichiatrica. L’accusa per il 19enne è pesantissima: la notte a cavallo fra il 23 e 24 gennaio scorsi, avrebbe ucciso e dato alle fiamme la fidanzatina, per poi gettare il suo corpo da un burrone.

ROBERTA SIRAGUSA INCENDIO FIDANZATO CARCERE

Pietro Morreale tenta di appiccare un incendio in carcere

Si professa innocente ma su di lui gravano indizi di colpevolezza gravissimi. Oggi il presunto killer di Roberta si è reso protagonista di un atto dimostrativo che ha fatto scattare l’allarme all’interno della casa circondariale palermitana. Secondo la ricostruzione fatta emergere dagli organi di stampa, Pietro avrebbe preso un rotolo di carta igienica e con la sigaretta avrebbe tentato di appiccare il fuoco in cella. Il ragazzo sarebbe riuscito per qualche istante a sfuggire al controllo della sorveglianza e, provocatoriamente, avrebbe cercato di dare alle fiamme la carta igienica. Fortunatamente solo fumo e spavento: il pronto intervento degli agenti ha infatti riportato la situazione alla normalità in breve tempo. Nessun danno né feriti.

ROBERTA SIRAGUSA INCENDIO FIDANZATO CARCERE

Roberta Siragusa arsa viva? Plausibile morte per asfissia

Pietro Morreale è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il corpo martoriato della povera Roberta aveva segni di bruciature. Con ogni probabilità è stato proprio lui a darle fuoco, proprio come oggi ha fatto con il rotolo di carta igienica. Gli inquirenti stanno lavorando per capire se la 17enne fosse ancora viva quando il suo corpo bruciava.

La giovane vittima – è emerso dall’autopsia – non sarebbe stata strangolata ma stordita. La possibile asfissia provocata dal fumo e dalle fiamme del fuoco, porterebbe ad avvalorare la pista secondo cui prima Roberta sarebbe stata colpita, poi data alle fiamme mentre era ancora viva. Il dettaglio inquietante starebbe prendendo sempre più piede con il passare delle ore. Secondo i periti della Procura, quindi, la morte per asfissia causata dal fumo e dalle fiamme sarebbe al momento l’ipotesi più plausibile. La povera Roberta sarebbe stata arsa viva.

Autopsia sul corpo di Roberta: «Corpo dilaniato»

«Un corpo dilaniato, come ha detto il gip, e siamo molto provati per quello che abbiamo visto», ha riferito l’avvocato Giuseppe Canzone che ha assistito all’autopsia. «Dobbiamo attendere l’esito degli esami istologici per stabilire le cause del decesso. Dall’esame autoptico sono emerse gravi ustioni a livello del tronco, del viso e degli arti superiori e una parte degli arti inferiori. Non è ancora sufficiente per stabilire le cause della morte. La lingua protrusa può presentarsi nei casi di strangolamento, ma non è il caso in specie». Così Manfredi Rubino, il consulente nominato dagli avvocati che assistono la famiglia Siragusa. Potrebbe interessarti anche —> Delitto di Caccamo, la morte di Roberta Siragusa è orrore puro: fidanzato con le spalle al muro