Su ‘Il Messaggero’ un articolo di Romano Prodi, politico e accademico, che ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana per ben due volte. Nel lungo editoriale dal titolo ‘La scossa che serve: dai consumi ai cantieri semplificare la ripartenza’, il professore ragiona sulla fase 2. L’80enne invita ad agire alla svelta per non restare schiacciati dall’emergenza economica in atto, non meno spaventosa di quella sanitaria. «Negli scorsi anni piovevano statistiche per dimostrare che l’Italia cresceva meno degli altri Paesi europei. È quindi arrivato il Coronavirus e le statistiche mostrano che la nostra economia cade più delle altre. Negli ultimi giorni già si scrive che ci riprenderemo in ritardo. Adesso basta!», si legge nell’attacco dell’articolo pubblicato stamani 17 maggio 2020.
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Romano Prodi: «Adesso basta, non facciamo fesserie, prendiamo i soldi del Mes»
«Dobbiamo fare di tutto per rimetterci in cammino prima degli altri. I decreti per affrontare la crisi nel breve periodo sono sostanzialmente pronti e ci sono dentro tutte le risorse disponibili. Tenuto conto della nostra situazione debitoria queste risorse sono tante e, soprattutto, non possono essere di più», scrive Prodi, che prosegue: «Per non continuare ad essere gli ultimi della classe, dobbiamo dare ossigeno alla nostra economia, facendo riprendere subito la domanda: sia quella pubblica che quella delle famiglie. Lo dobbiamo fare subito perché fra pochi mesi (al più tardi alla fine dell’estate) i fondi internazionali e le società di rating ricominceranno a mettere in discussione classifiche e scelte, mettendoci di nuovo in difficoltà». Poi l’appello: «La prima condizione per la ripresa è di non fare fesserie. Accettiamo quindi i 36 miliardi di credito che vengono dall’Unione Europea con il Mes. Arrivano senza condizioni e tassi vicino allo zero. Non solo risparmieremo sette miliardi di interessi, ma ci presenteremo con minori rischi ed in modo meno affannato di fronte ai mercati internazionali».
«L’Italia è il paese delle piazze. Sono decine nelle nostre città», la proposta del professore
«Riguardo alla domanda pubblica è certo commendevole aumentare le assunzioni nella sanità, nella scuola e nella ricerca, ma il loro effetto arriverà quando potrà arrivare. La domanda pubblica che ha svegliato in fretta l’economia è sempre stata l’edilizia, soprattutto nel settore dei grandi lavori», ha specificato Romano Prodi su ‘Il Messaggero’. Infine una proposta: «Mi permetto di riprendere un suggerimento che non cambierà certo le cose, ma che forse aiuterà a dare il senso che la ripresa è possibile. L’Italia è il paese delle piazze: sono decine nelle nostre città, ma perfino ogni piccolo paese ha la sua piazza, simbolo della propria vita collettiva. Attorno alle stesse piazze migliaia di ristoranti temono che il doveroso rispetto della legge renda difficile il loro lavoro. Perché quindi non fare in modo che le nostre piazze diventino, tutte le sere di questa lunga e incerta estate, i ristoranti di tutti noi, con i turni e le regole decise dalle loro associazioni di categoria?» – prosegue l’ex premier – «Credo che ci andremo tutti volentieri, e credo che anche qualche turista straniero venga attratto dall’idea di cenare in Piazza della Signoria, di fronte al Duomo di Milano, in una delle infinite piazze romane, nelle piccole o grandi piazze di tutti i paesi, o di tutte le città italiane». leggi anche l’articolo —> Romano Prodi: «Non tornerò in campo. Purtroppo non sono io ad avere creato le Sardine»