Notizie utili per chi ha debiti con il fisco ed ha aderito alla Rottamazione ter nel 2019, la cosiddetta “Pace fiscale”. Il governo Draghi ha deciso di prorogare alcune scadenze per dare respiro alle imprese. Infatti slitterà a data da definirsi la scadenza dei pagamenti delle rate per la Rottamazione Ter e per il saldo stralcio. L’annuncio è arrivato con un “comunicato legge” sul sito del ministero dell’Economia.
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Proroga rottamazione ter e saldo e stralcio
Il governo Draghi ha deciso di prorogare le scadenze relative alle rate per la Rottamazione Ter e per la regolarizzazione cosiddetta “saldo e stralcio”. Il Mef (ministero dell’Economia e delle Finanze) ha dunque confermato che “è in corso di redazione il provvedimento che differirà il termine del 1° marzo 2021 per il pagamento delle rate della “rottamazione-ter” e del “saldo e stralcio”. Il termine riguarda le rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter”. Il ministero non ha ancora annunciato la nuova data di scadenza. Il prossimo decreto con i nuovi aiuti all’economia, che dovrebbe arrivare in settimana in consiglio dei ministri, riscriverà anche il calendario della pace fiscale.
La sospensione del pagamento era stata decisa nell’ambito del Decreto Ristori per coloro che erano in regola con i versamenti del 2019. Senza il congelamento appena stabilito dal Mef, chi non avesse pagato avrebbe perso i benefici del pagamento ridotto. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate si possono trovare tutte le informazioni e le modalità di pagamento.
La decisione del governo Draghi
Anche in questo caso il comunicato è arrivato a ridosso della scadenza. Infatti in molti hanno già effettuato i pagamenti e, alla luce della nuova proroga verranno considerati “tempestivi”. Tanti altri però hanno atteso l’ultimo momento confidando nella proroga. I pagamenti totali sono circa 950 milioni dovuti per le 5 rate della rottamazione ter (4 del 2020 e la prima del 2021) e altre due legate al saldo e stralcio. L’ipotesi, quindi, è quella di una proroga generalizzata. A questa dovrebbe accompagnarsi una misura più sostanziosa per una fetta della platea, anche perché una parte di questi contribuenti non ha in realtà subito perdite di reddito con la crisi. Solo agli altri dovrebbe essere concesso un rinvio più lungo. In queste settimane si sta discutendo l’ipotesi di rimandare la scadenza a quella dello stato di emergenza, ora previsto fino al 30 aprile, ma le scelte sono ancora tutte da compiere.
La crisi di governo di sicuro non aiuta a valutare questi provvedimenti in modo tempestivo. Del resto la squadra al Mef è stata appena costruita e la nuova, eterogenea, maggioranza che sostiene l’Esecutivo Draghi deve ancora definire molti aspetti. Ancora è da definirsi il confronto politico sulle tante decisioni da prendere nel prossimo provvedimento finanziato con i 32 miliardi di disavanzo approvati a inizio anno. >>Tutte le news