Salvini-Giorgetti tregua raggiunta. Del resto il segretario del Carroccio l’aveva detto chiaro e tondo, prima di entrare nella Salvadori della Camera, dove si è svolto il Consiglio federale della Lega: «Ascolto tutti, ma decido io». Una riunione convocata all’ultimo minuto dopo le critiche del vicesegretario Giancarlo Giorgetti. È bastato un intervento di 50 minuti a Matteo Salvini per riprendersi la scena, rimettere ordine nel partito e incassare la fiducia di tutti, anche del suo numero due. Quanto durerà questa calma (apparente), è difficile dirlo.
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Tregua con Giorgetti, Salvini rimette ordine nella Lega (ma si smarca da Draghi)
«Massimo impegno» per il taglio delle tasse e «no» al Reddito di cittadinanza: i punti cardine del Consiglio federale della Lega, convocato in fretta e furia per fare il punto della situazione. «Una bella discussione, il confronto è sempre positivo», il commento a caldo di Giorgetti. Per il vicesegretario del partito, Salvini «ha ascoltato tutti, anch’io ho espresso le mie idee. La Lega è una, è la casa di tutti noi e Salvini ne è il segretario. Saprà fare sintesi, porterà avanti la linea». Non solo Giorgetti, tutti i partecipanti all’incontro hanno manifestato il proprio sostegno al numero uno della Lega. Tant’è che il Consiglio federale ha votato all’unanimità la condivisione della linea politica affidando mandato pieno al segretario. Durante la riunione Salvini ha ribadito la linea del partito: in primis il no convinto al cavallo di battaglia del M5s. «Nove miliardi di euro per regalare redditi di cittadinanza a furbi ed evasori non è rispettoso per chi fatica e lavora. Interverremo in Aula per dirottare sul taglio delle tasse una parte di quei miliardi», ha detto Salvini.
«Il Ppe non è mai stato così debole, è impensabile entrare nel partito popolare»
L’imperativo del giorno è sostenere il governo di unità nazionale «per superare la pandemia». Il leghista ha definito l’esecutivo guidato da Draghi un’esperienza necessaria. L’obiettivo futuro è però un altro: «Noi abbiamo in testa è un governo liberale di centrodestra, fondato su alcuni valori: la difesa della famiglia, delle libertà e il taglio delle tasse». Secondo Salvini «il Ppe non è mai stato così debole, è impensabile entrare nel partito popolare anche perché è subalterno alla sinistra. E noi siamo alternativi alla sinistra». Qual è il progetto dell’ex ministro dell’Interno? «In Europa avanti per un grande gruppo, identitario, conservatore e di centrodestra, alternativo ai socialisti con cui il Ppe governa insieme da anni», ha spiegato Salvini. Il segretario ha infine annunciato per l’11 e il 12 dicembre una conferenza programmatica per «decidere i binari» politici. Leggi anche l’articolo —> Via libera al ddl concorrenza dal Cdm, le nuove norme. Draghi: «Un’operazione di trasparenza»